Emergenze nel mondo. In 12 scatti il "meglio" e il "peggio" dell’anno di Msf
© Copyright: COMO, ITALIA. Foto di Peppe La Rosa
COMO, ITALIA/Foto di Peppe La Rosa. La lunga odissea di M., lo ha portato dalla Sardegna a Milano, passando per Ventimiglia e Como. Nel tentativo di attraversare il confine con la Francia, M. ha visto morire il suo compagno
MEDITERRANEO CENTRALE/Foto di Kevin Mcelvaney. La nave Aquarius di SOS Mediterranee soccorre un’imbarcazione in difficoltà stracolma di persone al nord della costa libica. A bordo, un team di MSF fornisce assistenza medica
LAGO CIAD/Foto di Sara Creta/MSF. Il dottor Henryk Mazurek, ginecologo e ostetrico Msf, effettua un’ecografia su una paziente, all’ospedale di Bol nella regione del lago Ciad è in corso una delle più gravi crisi umanitarie del continente africano
SUD SUDAN /Foto di Siegfried Modola. In Sud Sudan spesso occorre percorrere molti chilometri a piedi nella boscaglia per raggiungere comunità che non hanno accesso a cure mediche. James, operatore comunitario di Msf, allestisce il suo riparo per la notte
YEMEN/Foto di Florian Serex/MSF. Lo Yemen è devastato da una guerra dimenticata che conta 3 milioni di sfollati e 18 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria. Come il bambino di 7 mesi nella foto, con la madre al centro di salute Msf
MOSUL, IRAQ /Foto di Alice Martins/MSF. La guerra a Mosul sembrava aver separato per sempre i due fratelli nella foto. Ma dopo due anni si sono riabbracciati nel centro traumatologico di Msf
TAL ABYAD, SIRIA/Foto di Chris Huby. Piange il cugino l’uomo nella foto, ritratto di fronte alla tomba del suo familiare, caduto in un combattimento. La guerra in Siria ha provocato la peggiore catastrofe umanitaria al mondo e non è finita
LIBIA/Foto di Guillaume Binet/Myop. Spogliati di qualsiasi dignità umana, senza accesso a cure e assistenza. È la condizione dei richiedenti asilo e migranti in Libia, prigionieri di una detenzione arbitraria. Come questo gruppo di donne
CHOLOMA, HONDURAS/Foto di Christina Simons/MSF. Cinthya, 18 anni e incinta di due mesi, si è rivolta alla clinica di Choloma, la terza città più popolosa dell'Honduras, per ricevere cure mediche e psicologiche dopo aver subito violenza domestica
SUD KIVU, REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO/Foto di Marta Soszynska/MSF. , visitato da un’infermiera di MSF nel centro di trattamento specializzato per l’epidemia di colera di Katana
BANGLADESH/Foto di Moises Samam/MSF. Rifugiati Rohingya in viaggio verso i campi profughi a Cox's Bazar cercano un riparo dalle piogge monsoniche in un campo di riso lungo il confine
DIFFA, NIGER/Foto di Juan Carlos Tomasi/MSF. Nella clinica di Msf a Garin Wazam, in Niger, si svolgono sessioni per la salute mentale. I pazienti sono le migliaia di persone che fuggono dalle violenze legate alla presenza di Boko Haram
Dodici scatti d'autore raccontano l’anno appena trascorso e i contesti di emergenza in cui Medici senza frontiere (Msf) ha portato assistenza e cure mediche. Dodici mesi di emergenze in Libia, Siria, Ciad, Nigeria, Yemen, Bangladesh, Repubblica Democratica del Congo ecc... in cui l’organizzazione è stata in prima linea per portare assistenza medica a popolazioni colpite da conflitti, epidemie, catastrofi naturali, spesso in condizioni e contesti estremi. Il “meglio” del 2017? Per Msf sono “i bambini vaccinati, le gravidanze portate a termine, le epidemie contrastate negli angoli più remoti del pianeta. Il “peggio” invece “sono i tremendi effetti dei conflitti armati sulle persone, le vittime del mancato accesso alle cure, le sofferenze e le morti in Libia e alle porte dell’Europa”. Attraverso questi scatti Msf "rende omaggio a tutti coloro che hanno lottato per la vita, a chi ce l’ha fatta, a chi purtroppo non c’è più”. Vai all'articolo