"Ecce bomba": la vecchia e incerta Europa di fronte al dilemma terrorismo
Ma i terroristi si arrabbiano di più se vengono combattuti o se vengono ignorati? E’ meglio affrontarli con le armi sofisticate della pace o con quelle costose e rumorose degli eserciti? La noncuranza occidentale fortifica le menti deviate delle giovani generazioni malintenzionate – catturate dalle imprese dei jihadisti – oppure è più nociva una reazione dura e indifferenziata, che indirettamente fortifica i piani di contrasto all’”impero del male”?
L’atteggiamento dell’Europa somiglia molto a quello di Michele, il protagonista di “Ecce Bombo” di Nanni Moretti. Che nel film afferma: “Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce…”. Stavolta potrebbe essere “Ecce bomba”! Una riedizione…
L’Isis ci bombarda con l’esplosivo, noi ci bombardiamo di domande. E di dubbi, di incertezze, di paure. Tremebondi, approcciamo chi – invece – dimostra di non aver paura nemmeno di farsi saltare in aria. E ci dividiamo.
Colpa nostra. No, colpa loro. Colpa della società, delle ingiustizie sociali, delle diseguaglianze, dei poteri forti, del denaro… Colpa dell’Islam, delle superpotenze, delle primavere arabe, delle guerre in giro per il mondo, del traffico d’armi, ecc…
Eppoi, ancora: chiudere le frontiere! No, i terroristi abitano già da noi! Allora riapriamole e mandiamoli via! No, sono europei, nati e vissuti qui…
Allora sarà colpa della mancata integrazione, della povertà, delle politiche discriminanti, razziste… Ma, veramente molti degli attentatori erano lavoratori regolari, alcuni impiegati nel pubblico. Con l’aggiunta di casa, smartphone, conoscenza delle lingue, ecc…
Allora è colpa della cittadinanza che non c’è! Beh, no, erano francesi a tutti gli effetti. Così come gli altri erano belgi…
Abbiamo bisogno di certezze. Ma per ogni certezza che troviamo, ecco un argomento altrettanto valido e contrario. Si cambiano i fattori, ma il risultato ci riporta sempre al punto di partenza.
E’ uno scontro di civiltà! No, non è uno scontro di civiltà. E’ un problema di identità! No, neanche quello. E’ una guerra di religione! No, non tutti gli islamici sono terroristi. Vabbè, però bisogna bloccarli in qualunque modo! No, l’Occidente non può e non deve rinunciare alla sua secolare tradizione di diritti! Può accadere, allora, che i terroristi (tutti conosciuti) vengono fermati, poi rilasciati, poi ricercati, infine – si spera – ripresi (almeno quelli che, nel frattempo, non si sono fatti saltare in aria).
Ma il paradosso della storia potrebbe essere in agguato. E ciò che gli interessi economici dividono, la paura potrebbe unire! Londra, Madrid, Parigi, Bruxelles… L’Europa prende forma sull’onda della paura e assume l’odore acre degli esplosivi.
Li prenderemo per tedio, sconfiggeremo il loro pragmatismo pre-illuminista (forse) alimentando il loro senso di frustrazione. E nel frattempo ci sentiremo – europei - parte di uno stesso destino. Finché anche i terroristi non diventeranno come noi. E a quel punto qualcuno potrà ripetere, con un qualche senso: “Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna”. Una montagna di noia, dubbi, paure, pigrizie, incertezze...