Armi: legislazioni in materia di armi da fuoco
Nuova Zelanda: la Nuova Zelanda ha apportato norme restrittive alla legislazione relativa al possesso di armi da fuoco nel 1992, a seguito dell’uccisione di 13 persone presso Aramoana. Lo sparatore deteneva legalmente le armi, in linea con la legislazione del tempo. Analogamente a quanto accaduto in Inghilterra fu predisposta una commissione d’inchiesta volta a svolgere una approfondita analisi del contesto internazionale. L’Alta Corte della Nuova Zelanda ha dichiarato che nel Paese non può esistere un diritto generale a portare le armi per autodifesa.
Giappone: il Giappone ha un sistema di regole relative al livello di sicurezza sociale tra i più alti del mondo: qui si registrano pochi casi di morte per armi da fuoco. Ad esempio, in tutto il 1995, si è registrato un numero di vittime inferiore a quello registrato in un solo giorno negli Stati Uniti. Nel Sol Levante, in particolare, il rapporto armi-violenza è fortemente ostacolato dalle scelte industriali e dalla rinuncia alle armi fatta al termine del secondo conflitto mondiale. La stretta regolamentazione relativa all’accesso alle armi da fuoco è stata anche determinata dall’omicidio di cittadini giapponesi uccisi durante i viaggi compiuti in Usa. In una di queste occasioni, la società nipponica presentò una petizione firmata da 17.2 milioni di persone, diretta all’allora Presidente Clinton, per chiedere la messa al bando delle armi da fuoco negli Stati Uniti.
Svizzera: quanti si oppongono al controllo delle armi da fuoco spesso citano la Svizzera come il caso esemplare di un Paese dove la facilità di accesso alle armi non si traduce in crimine e violenza. In pratica i sostenitori del libero accesso alle armi sostengono che nonostante la presenza di armi, anche da guerra, vi sono pochi problemi correlati alla presenza delle stesse. In Svizzera, infatti, il servizio militare non si esaurisce con gli anni della ferma effettiva ma prevede che una volta svolto il servizio effettivo i cittadini svizzeri possano essere richiamati. In numerosi casi le stesse armi con cui viene svolto il servizio militare possono essere custodite in casa. In realtà secondo i dati forniti dalle autorità locali, la percentuale di cittadini che detengono armi nelle loro case in percentuale è paragonabile a quella del Canada. In realtà poi chi detiene le armi è un ristretto e selezionato gruppo di ufficiali ed il munizionamento è conservato in scatole sigillate ed è oggetto di regolari controlli.