NUOVI CITTADINI E MINORI STRANIERI SOLI Minorigiustizia n. 3/2017
La presenza straniera in Italia è spesso oggetto di rappresentazioni distorte ed improntante ad una logica emergenziale, mentre costituisce ormai un elemento stabile e significativo del tessuto sociale del paese. Al suo interno, un rilievo crescente ha assunto la presenza delle giovani generazioni, costituite da minori nati in questo paese o ricongiunti ai propri genitori.
Il fascicolo approfondisce interrogativi e sfide che questa presenza pone sia sul piano delle politiche pubbliche di inclusione sociale, sia sotto il profilo dei dispositivi normativi, nazionali ed europei, finalizzati a regolare il fenomeno. Vengono in questa prospettiva analizzate le opportunità offerte dalla presenza di “nuovi cittadini”, nati in Italia, figli di immigrati ma non immigrati, e le questioni suscitate proprio dalle proposte di modifica delle disposizioni in tema di acquisizione della cittadinanza, con l’intenzione di approfondire i termini esatti delle trasformazioni possibili e la loro incidenza sui percorsi di costruzione dell’identità personale di queste generazioni. In parallelo, la riflessione si volge alla presenza dei minori stranieri che giungono in Italia soli, attraverso i viaggi in mare, per i quali sono intervenuti negli ultimi anni alcune significative modifiche normative, in particolare con l’emanazione del D. Lgs. 18 Agosto 2015 n. 142 di recepimento delle Direttive europee n. 2013/33/UE e 2013/32/UE in tema di accoglienza e procedure dei richiedenti asilo, la cui portata l’ordinamento interno ha esteso, per quanto riguarda i percorsi di integrazione sociale, a tutti i minori stranieri soli. Alcuni approfondimenti specifici vengono dedicati alla nuova legge del 7 di Aprile 2017 n. 47 “Disposizioni in materia dei minori stranieri non accompagnati” che fornisce un quadro di tutele particolarmente attento ed avanzato ed attribuisce alla giurisdizione minorile nuovi e delicati compiti per assicurare l’effettività della protezione.
La riflessione si muove su più piani contemporaneamente, nell’ottica propria della Rivista, coniugando approcci disciplinari diversi ed integrati, e per questa ragione correla da un lato l’analisi dei quadri normativi europei e nazionali con la giurisprudenza delle Corti europee, in specie la Corte di Strasburgo, dall’altro compie una ricognizione delle esperienze che nelle Università, nel sistema delle autonomie locali e nel terzo settore sociale, sono quotidianamente a contatto con queste realtà.