TASSATI E MAZZIATI Le tasse nascoste: quando lo Stato ci mette le mani in tasca due volte
“In Italia si pagano molte tasse, tasse conosciute e sconosciute, si pagano anche le tasse sulle tasse. In Italia si pagano più tasse che in qualunque altro paese europeo..." Imposta sui redditi e sulle persone fisiche (Irpef), contributi previdenziali, contributo al servizio sanitario, imposta sul valore aggiunto (iva), accise, addizionali regionali e comunali presenti nelle bollette, prelievo sui rifiuti, bollo auto e canone rai, sono i maggiori contributi di cui siamo ordinariamente debitori. Ci sono imposte più o meno nascoste "più di un centinaio, che fanno del nostro sistema fiscale uno dei più complessi e meno trasparenti al mondo". Quanti soldi transitano dalle nostre tasche verso le casse dello Stato? Dove vanno a finire? Partendo da questi presupposti Giuseppe Bortolussi analizza nel dettaglio il valore e l’importanza della pressione fiscale per il buon funzionamento dello Stato italiano per poi rilevarne puntualmente anche le numerose criticità. In particolare l’autore, nel suo viaggio all’interno del fisco, racconta le conseguenze concrete del sistema tributario sul tenore di vita dei cittadini italiani. Secondo i dati riportati nel libro, lo Stato preleva ai contribuenti il 51% del loro reddito lordo, pari a più della metà del guadagno annuale. È come se per ogni 100 euro di reddito prodotto, lo Stato ne prelevasse 43,2 sotto forma di tasse. Insomma, tutti insieme gli italiani subiscono una tassazione pari al 43,2% del proprio reddito, chi più chi meno. Attraverso le tasse lo Stato recepisce quelle risorse finanziarie che servono per esercitare le sue funzioni: erogare servizi, ridistribuire risorse e, naturalmente, pagare il debito pubblico, ma, a fronte di una qualità notevolmente inferiore dei servizi erogati, il volume complessivo delle tasse pagate dai cittadini italiani risulta superiore rispetto a quello degli altri paesi europei (di oltre 5 punti in più rispetto alla Germania). Per l’autore il vero problema italiano non è tanto e solo l'evasione fiscale, quanto una grande inefficienza dello Stato nella gestione della spesa pubblica, una errata pianificazione economica dei soldi derivati da tasse e imposte, a tutto svantaggio degli stessi contribuenti, costretti spesso a pagare due volte uno stesso servizio. La proposta avanzata dall’autore per risolvere la situazione è il federalismo fiscale, per alleggerire la pressione, ridurre la distanza tra chi amministra e chi viene amministrato e per smascherare i "giochi di prestigio del mago Stato".