Disabilità: la situazione in Italia
Le cifre dell’Istat
Il numero complessivo dei disabili in Italia raggiunge quota: 3,2 milioni. Ovvero, sono oltre tre milioni le persone dai 6 anni in su “con limitazioni funzionali” (questa è la nuova definizione adottata dall’Istat a partire dal 2013 nella sua Indagine sulle condizioni di salute. Definizione che sostituisce quella di “persone con disabilità”). Di questi, 1,5 milioni ha limitazioni di tipo motorio, 900 mila hanno difficoltà nella sfera della comunicazione (difficoltà nel vedere, sentire o parlare). Circa 1,4 milioni di persone hanno “maggiore riduzione dell’autonomia" (vivono a letto o si spostano su una sedia a ruote). Nella maggioranza dei casi (55,5%) le persone cumulano più tipi di limitazioni funzionali (1 milione 800 mila persone). In particolare, sono circa 900 mila (pari al 29,3%) le persone che riferiscono sia limitazioni motorie che difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane.
Le persone certificate in base alla legge 104/92 art. 3 comma 3, raggiungono i 2,1 milioni. Non esistendo però dati amministrative sul numero di queste certificazioni, l’Istat classifica come “gravi” coloro che percepiscono una pensione d’invalidità con indennità di accompagnamento: nel 2011, 2.111.424 persone, di cui 580.915 under 65 e 1.530.609 da 65 anni in su.
Grande disomogeneità a livello territoriale: la disabilità è più diffusa nell’Italia insulare (5,7%) e nel sud (5,2%) mentre al nord la percentuale di persone con disabilità supera di poco il 4%. Le regioni presentano diversi livelli di disabilità: da valori molto alti di Sicilia (6,1%), Umbria (6%), Molise e Basilicata (entrambe 5,8%), si passa a valori decisamente più bassi di Bolzano (2,5%), Trento (2,9%), Lombardia (3,8%) e Valle d’Aosta (4,1%). Il livello più elevato si registra per le donne del mezzogiorno, tra le quali la percentuale di disabilità arriva al 7,3% nelle Isole e al 6,6% nel sud a fronte di una quota del 5,6% e del 5,4% nel nord-ovest e nel nord-est rispettivamente.
Disabili gravi. Sono 580 mila: sono i disabili gravi “giovani e adulti”. Circa 260 mila di questi sono “figli”, ovvero vivono con uno o entrambi i genitori. Oltre metà di questi (54%) non riceve aiuti dai servizi pubblici né si affida a quelli a pagamento e non può contare sull’aiuto di familiari non conviventi: l’assistenza grava quindi completamente a carico dei familiari conviventi. Solo il 17,6% usufruisce invece di assistenza domiciliare sanitaria o non sanitaria pubblica. Di questi “figli disabili”, circa 86 mila hanno genitori anziani e il 64% è inabile al lavoro. Circa 51 mila disabili gravi giovani e adulti vivono da soli e circa 10 mila di questi non ricevono alcun tipo di sostegno. (Istat, 2014)
Disabili gravi over 65. Sono 1,5 milioni le persone disabili gravi anziane. Il 43,5% di queste (580 mila) vivono da sole, il 25,6% con il proprio partner e il 16,8% con i figli. Complessivamente, il 25% usufruisce di assistenza domiciliare pubblica, ma l’8,4% degli anziani disabili gravi riceve solo l’aiuto dei familiari conviventi.
Persone in istituto. Si tratta in gran parte (83%) di anziani non autosufficienti, mentre il 6% sono adulti con una disabilità psichica e un altro 6% adulti con una disabilità plurima. In valori assoluti sono 190 mila che vivono in istituto. ("La disabilità in Italia", Istat 2010). Le donne anziane non autosufficienti sono il 64% delle persone che vivono in istituto. La lettura per genere fa emergere come la non autosufficienza colpisca quasi il 90% delle donne con disabilità in istituto contro il 66% degli uomini. Tra gli uomini è molto alta la presenza di adulti con disabilità psichica (13%) o plurima (11%).
In Europa. Secondo fonti europee (Commissione europea) sono 80 milioni i cittadini europei affetti da una qualche forma di disabilità, ovvero il 16% della popolazione europea. In altri termini, almeno un europeo su 4 ha un familiare disabile.
GLOSSARIO
Per l'Istat una persona è definita “disabile” se è un individuo (6-64 anni) classificato con handicap fisico, psichico, sensoriale, plurimo, o con problemi psichiatrici, oppure se è un individuo anziano (65 anni e oltre) non autosufficiente, ossia un individuo in età anziana in stato di invalidità permanente o affetto da malattia cronica, con conseguente riduzione dell’autonomia personale tale da richiedere l’aiuto di altre persone in modo continuo o per svolgere funzioni importanti della vita quotidiana.
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