4 luglio 2024 ore: 13:51
Società

Leggere il mondo

Le Letture di questa domenica suggeriscono la riflessione sulle verità, a volte nascoste, che qualcuno, illuminato dalla ragione o da Dio, suggerisce. In ogni tempo c’è qualcuno/qualcuna che ha saputo leggere al di là delle cose quotidiane. Non tutti sono in grado di farlo...

Le Letture di questa domenica suggeriscono la riflessione sulle verità, a volte nascoste, che qualcuno, illuminato dalla ragione o da Dio, suggerisce.
In ogni tempo c’è qualcuno/qualcuna che ha saputo leggere al di là delle cose quotidiane. Non tutti sono in grado di farlo.

Leggere il mondo

Il problema vero è che quelle stesse persone, chiamate “profeti-profetesse” non sono ascoltate, se non addirittura perseguitate.
L’esperienza cristiana attribuisce allo Spirito la capacità di leggere il mondo con occhi preventivi per dare senso alle cose che appaiono slegate e provvisorie.
A volte si tratta di intuizioni, di illuminazioni, di fantasie che precedono e completano la visione del mondo che, in quel momento, sfugge nella sua complessità.
Tali intuizioni sono possibili se c’è una effettiva ricerca nel profondo dei sentimenti e dei pensieri. Solo un’attenta riflessione riesce a collegare spezzoni di vita che, lasciati soli, non dicono nulla se non la quotidianità.
Con una attenzione: ogni individuo ha una sua formazione, con sensibilità che gli derivano dalla vita vissuta, ma anche dalla formazione e dalle circostanze del momento.
La scoperta della verità è in continuo movimento. Sullo sfondo possono essere stabili le leggi fondamentali della convivenza. Da qui la fedeltà al proprio credo. Il quale però deve essere approfondito, sviscerato, non accontentandosi delle verità che si ritengono immobili. In altre parole, si tratta di mettere insieme umiltà e ricerca: quel senso di inquietudine che può essere pesante e procurare disturbo. Ha il vantaggio di sentirsi vivi in prospettiva dell’approfondimento che può definirsi infinito, in quanto solo Dio è verità assoluta e completa.

La spina nel fianco

Della stessa sensazione è convinto san Paolo che, nella Lettera ai Corinti parla di una spina che gli impedisce tranquillità. Gli studiosi parlano di una malattia che lo perseguita (Problemi agli occhi, forme epilettiche, artrosi …) con la quale deve convivere. Dopo essersene lamentato conclude:
«Egli [il Signore]  mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte"».
Il grande discepolo di Cristo che attraverserà tutto il Mediterraneo è un discepolo che ha grandi capacità missionarie, ma deve fare i conti con i limiti del suo corpo, dai quali non sarà liberato.

Si aprirono per lui i cieli

Il brano di Marco ha una forza nella semplicità dell’avvenimento raccontato. Gesù torna nella sua terrà, va nella Sinagoga e inizia la sua missione. I suoi si meravigliano di quanto dice e invece di contestare i contenuti della sua predicazione, mettono in dubbio la sua storia e quindi la sua autorità.
Un vecchissimo metodo, usato anche oggi, nei vari dibattiti.
Invece di rimanere ai contenuti del tema da discutere, si preferisce diminuire l’autorevolezza di chi sostiene una tesi.
La domanda rimane: da dove Gesù di Nazareth ha ricevuto l’autorità che gli permette di completare le scritture, ritenute sacre da tutto il popolo di Israele?
Nessuno ci ha detto come sia avvenuto che il passaggio della predicazione di un semplice ebreo abbia portato a una nuova religiosità.
I vangeli sinottici raccontano quanto Gesù ha predicato e i gesti che ha compiuto: nessuno ha spiegato come sia potuto accadere.
Ci sono indizi della provenienza divina delle sue parole: nell’annuncio della nascita, nel Battesimo di Giovanni, nelle tentazioni, nella trasfigurazione, nei miracoli compiuti.
Un testo esplicito è quello di Matteo che racconta il Battesimo di Gesù da parte del Battista:
«Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento"». (Mt 3,13-17)
E’ la solenne dichiarazione della venuta di chi annuncerà la nuova religiosità: Il Signore è più di un profeta. L’evangelista Giovanni insisterà molto sulla figliolanza di Gesù con Dio Padre.
Il messaggio – una assoluta novità – non deriva da visioni celestiali, estasi, interventi soprannaturali. Il Nazareno prende spunto dagli incontri che costellano il suo pellegrinare. Parla con parole comprensibili; usa il metodo delle parabole; pone domande più che certezze. Un modo di comunicare comprensibile al popolo.
Ogni tanto si rifugia sul monte a pregare; da solo; senza rivelare ciò che ha scoperto. E’ lì l’azione dello Spirito, fatto di silenzio, riflessione, coraggio.
Da buon israelita avrà fatto appello alle parole della Scrittura, meditandole, sviscerandole, senza posa, per arrivare a conclusioni che agli occhi dei suoi ascoltatori sono diventate scandali. In realtà non ha toccato nemmeno una lettera della parola sacra, ma l’ha meditata per renderla autentica e comprensibile.
Il miracolo è in quel lavoro di riflessione per rivelare il volto di Dio. Una visione aperta, rispettosa, umana, ma vera ed autentica. Il Dio che ha rivelato risulta non solo accettabile, ma capace di diventare riferimento per tutti quanti vorranno essere suoi discepoli.

7 Luglio 2024 – Anno B
XIV Domenica Tempo ordinario
(1ª lett. Ez 2,2-5 -– Salmo 122 (123) - 2ª lett.:  2Cor  12, 7-10  – Vangelo: Mc 6,1-6)