Una conoscenza immediata, ma anche lenta
Il tema di questa Domenica è la conversione. Il brano degli Atti degli Apostoli rassicura le prime comunità che Saulo, detto Paolo, il grande rabbino, persecutore dei primi cristiani, si è convertito dopo una visione del Signore sulla via di Damasco.
Paolo diventerà uno dei grandi riferimenti delle Chiese nascenti: insieme a Pietro e agli altri Apostoli girerà per la Palestina e per i territori limitrofi, fino ad arrivare a Roma, dove sarà giustiziato.
Nella storia della Chiesa è un riferimento anche dottrinale. Le sue Lettere alle comunità nascenti diventeranno motivo di riflessione e di esplicitazione delle parole del Signore.
Ha un grande compito: allargare ai gentili (pagani) il messaggio cristiano. Mentre Pietro è più propenso a rimanere all’interno del mondo ebraico, la visione di Paolo prevarrà: da allora il cristianesimo si allarga, prima come religione perseguitata e poi, con Costantino, riconosciuta.
Adesione sincera
La conversione è possibile: presuppone passaggi che portano all’adesione sincera.
La conoscenza è la prima fase di una possibile conversione. Una conoscenza immediata, ma anche lenta. I riferimenti fondanti la propria vita sono sempre e comunque complessi: non è facile distinguere la dimensione di empatia, di intelligenza e di volontarietà.
Essa può avvenire di fronte a episodi forti – felici o tristi – oppure lentamente, con più o meno lunghi dubbi e travagli.
In realtà si tratta di vedere le cose importanti della vita, con una visione particolare. La realtà non cambia. E’ differente la visione con la quale si vive il mondo.
Nella religione cristiana sono due i grandi filoni che nascondono le domande e, di conseguenza, l’adesione.
Il primo filone si chiede “Chi è Dio”, con la catena delle domande collegate: esiste? Come si manifesta? Come agisce?
Il secondo filone parte dalla figura di Cristo: è esistito, che cosa ha veramente detto, i miracoli sono veri? E’ risorto?
L’adesione profonda e meditata alle risposte del Cristianesimo agisce sui comportamenti, con la capacità di scendere nei dettagli della propria vita. In fondo i santi e le sante hanno seguito, secondo la loro storia e il tempo vissuto, quanto è stato dettato da Cristo stesso.
La conversione non elimina errori e dubbi: la storia della Chiesa è piena di intuizioni, catalogate come scisma o spiritualità.
Nel singolo soggetto nessuno può interloquire e giudicare; se la conversione ha risvolti pubblici è giusto che un’autorità religiosa intervenga per stabilirne l’autenticità.
La prudenza è necessaria per non cadere in false visioni e messaggi.
Il popolo di Dio
Una apparente contraddizione si nota esaminando i periodi della storia nei quali le varie conversioni si sono manifestate. Le verità del Cristianesimo si approfondiscono nel tempo: non perché cambino, ma perché la sensibilità (la cultura) dei tempi evolve. L’esempio più eclatante è la concezione stessa della Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha riscoperto la sua dimensione di popolo, con uguale dignità per tutti i battezzati, riconoscendone diritti e doveri. Ben diversa dalla struttura gerarchica fino ad allora pensata e insegnata.
Il Salmo 21, proclamato in questa domenica, esprime la fede profonda del pio israelita che si rivolge a Dio riconosciuto come Signore e consolatore.
«Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!"».
Infine, non bisogna dimenticare il percorso verso la conversione. E’ composto da piccoli passi, in un andirivieni di progressi, pause, ritorni indietro.
La condizione umana suggerisce – quasi sopporta – l’incertezza e la non linearità. Molti elementi fisici e spirituali possono aiutare o impedire il cammino della conversione. Il Signore non chiede la perfezione, sintomo di superbia, ma la sincerità dell’impegno. Sarà lui a giudicare quanto è stato fatto e quanto si poteva far di più.
28.4.2024 – Anno B
V Domenica di Pasqua
(1ª lett.: At 9,26-31-– Salmo 21 (22) - 2ª lett.: 1Gv 3,18-24 – Vangelo: Gv 15 1,8)