31 agosto 2022 ore: 16:27
Società

Una riflessione sulle radici profonde dell’esistenza umana

di Vinicio Albanesi
Le letture di questa domenica suggeriscono il percorso di riflessione sull’esistenza, con un linguaggio che, all’apparenza, sembra semplice ed elementare. In realtà racchiude i molti passaggi della riflessione umana che, lungo i secoli, l’umanità ha fatto su di sé
Romanzi, poesie, filosofie, scienze umane, religioni hanno riflettuto sul cuore umano, suggerendo i percorsi di vita per scoprire le radici profonde dei significati dell’esistenza umana.

La tenda d’argilla

E, ogni volta, per i continui periodi della storia, i più attenti hanno suggerito intuizioni, parti di verità, passaggi per illuminare e capire la storia del mondo. I testi sacri si pongono le stesse domande: questa volta rapportandosi a Dio.

«I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni».

Con immagini fantastiche (corpo corruttibile, tenda d’argilla) si descrive l’effettiva condizione umana: la non completa libertà tra le ispirazioni interiori con le difficoltà dei sensi e della fisicità delle circostanze
della vita. Nel tempo ogni vita è piena di tentativi di rimettere ordine i sentimenti, le emozioni le riflessioni per avere un quadro completo della propria esistenza.

Ma «la tenda d’argilla», una specie di calotta che impedisce la luce, lasciando traspirare solo piccoli sprazzi di luce, non garantisce la libertà.
Sia i momenti di gioia che le prove dolorose si mescolano senza logica e senza programmazione, ma si abbattono sull’esistenza: riprenderne il filo a volte è possibile perché dipendenti dalla volontà umana, altre volte risultano incomprensibili, come avvenimenti che cadono non si sa da dove, con la difficoltà di dare origine e significato alle circostanze.
La Scrittura ha una risposta generale e non specifica; il riferimento è a Dio perché altra spiegazione non è possibile: «gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza».

La risposta è generica e soprattutto non scende alla concretezza delle singole vicende: rimane un riferimento a Dio che "tutto vede e provvede".
Una risposta per molti insufficiente o addirittura ignorata. Soprattutto la creatura moderna non affida a terze mani le spiegazioni dei fenomeni. Non avendo altre risposte perché nessuno è in grado di determinare la successione delle condizioni di vita, non rimane che affidarsi al caso: senza logica e senza risposte, ma concludendo che "la vita è fatta così".
Per il pio fedele, la risposta è nella preghiera che il Salmo invoca:

«Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! 
 
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda».

Un cuore saggio

Il Vangelo è più esplicito, con linguaggio chiaro e popolare e anche un po'; esagerato: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo». E’ l'invito che l’evangelista propone per i neo convertiti. Il significato profondo vuol dire che la religiosità non si limita alla semplice adesione ad un’idea o al culto religioso. E' piuttosto l’invito per l’adesione piena della vita.

C'è chi nel cristianesimo ha seguito alla lettera le parole evangeliche: si pensi ai religiosi e alle religiose, ai monaci, agli eremiti, agli stessi missionari e missionarie che dedicano veramente tutto, avendo abbandonato ogni riferimento alle sicurezze della normalità.
Per chi non ha avuto questa vocazione rimane la proposta di una vita vissuta con il richiamo alle indicazioni di Gesù.
Si tratta a volte di seguire decisioni basilari (si pensi ai dettati dei dieci comandamenti), ma se approfondite, queste strade indicano scelte consapevoli. Non si tratta di rinunciare a qualcosa, quanto piuttosto di vedere la bellezza e la grandezza di seguire l’ispirazione per seguire Dio e il bene dell’umanità.
Il Vangelo prosegue: «Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo». Seguire Cristo comporta anche fatica e sofferenza. Lo dice la vita di Gesù stesso, ma anche le
persecuzioni e le privazioni di cristiani e cristiane che, in nome della fede, arrivano a sacrificare la vita. La dimostrazione che il cristianesimo chiede un’adesione autentica e non di facciata: esempi talmente chiari
che, per alcuni, la Chiesa stessa dichiara solennemente l’eroicità della vita, dichiarando beatitudine e santità.
 
 
4 Settembre 2022 Anno C
XXIII Domenica tempo ordinario - Anno C
(1ª lett. Sap 9,13-18 - 2ª lett. Fm 9b-10.12-17 – Vangelo Lc 14,25-33