22 aprile 2013 ore: 12:46
Famiglia

Baratto contro la crisi, a Palermo parte il "baby swap"

BELLE IMPRESE. Un gruppo di mamme e nonne dà vita allo scambio degli abiti. Non esiste moneta ma solo un credito di "bottoni virtuali" a seconda del valore economico di partenza di ciò che viene portato. Intanto il comune autorizza il baratto nelle piazze
. Vestitini

Vestitini

PALERMO – Barattare vestitini per neonati e per bambini in cambio di altro. Con questo intento un gruppo di mamme e nonne di Palermo ha deciso di aprire un “Baby swap”, dall’inglese to swap che significa scambiare o scambiarsi qualcosa - per fronteggiare la crisi, aiutandosi a vicenda. In questo modo molte donne in attesa riusciranno ad avvalersi di un corredo utile limitando i costi che comporta la preparazione organizzativa alla nascita di un bambino. Le promotrici del baby swap organizzano alcuni incontri settimanali nel salotto di una di loro, Lia Alaimo. Per due giorni alla settimana, il martedì dalle 10 alle 12 e il giovedì dalle 15 alle 18 la casa di piazza Mameli è aperta a tutti coloro che vogliono scambiare corredini, giocattoli e anche piccoli mobili per neonati in buono stato. Lo scambio naturalmente avviene senza moneta reale ma avvalendosi di “bottoni virtuali”. Ad ogni capo, infatti, viene assegnato un credito di bottoni a seconda del valore economico di partenza, che poi diventano la moneta per portarsi a casa un capo del valore equivalente oppure si possono accumulare. L’unica cifra che si paga è quella “una tantum” di 3 euro per le spese di lavanderia e per alcune eventuali riparazioni di sartoria.
 
Dalla fiera del baratto e del riusato di Vicari (Palermo) nasce anche Bandabaratta: un gruppo indipendente ed informale di persone che ha come obiettivo quello di diffondere la pratica del baratto e far crescere questa rete di barattatori e barattatrici, artigiani, produttori e artisti attraverso numerose attività sul territorio palermitano e siciliano. La Bandabaratta è aperta a tutte le realtà locali che si vogliono avvicinare a questo “altro” modo di fare economia nell'ottica del ‘Riuso, del Ricreo’e del Mercanto’. Una volta al mese Bandabaratta organizza delle piccole fiere come quella che si è svolta sabato scorso in via Alloro a Palermo in cui si sono barattati prevalentemente oggetti per bambini: libri, giochi e vestiti.
 
Inoltre, il baratto di alcuni oggetti nelle piazze è stato autorizzato da alcune settimane pure dal comune di Palermo. Il comune ha infatti permesso lo svolgimento di un vero e proprio mercatino dell’usato che si svolge nello storico quartiere dell’Albergheria dove si pratica il baratto di vestiti e oggetti della natura più varia. Lo scambio delle merci all'interno del quartiere Albergheria di Palermo può diventare in questo modo una risorsa regolamentata e un modello da riproporre in altre parti della stessa città. Con il provvedimento del 2 aprile scorso, infatti, il sindaco Leoluca Orlando ha individuato due aree da dedicare al commercio e al baratto dell'usato: la zona A che si estende tra la via Ritiro S. Pietro, la via Corrado Avolio e la via Tommaso De Vigilia e la zona B tra la via Giovanni Grasso, la piazza S. Pasquale ed “area di sedime”. Queste due aree saranno attive dalle 8 alle 14 di ogni venerdì, sabato e domenica per un mese in via sperimentale. L'ordinanza sindacale è il risultato di un percorso avviato già lo scorso anno dalla Giunta comunale che aveva incontrato i cittadini della zona, alcune associazioni, rappresentanti dei commercianti. Nel corso degli incontri era emersa la necessità di regolamentare le aree cittadine preposte alla vendita e al baratto dell'usato.

“L'attività svolta all'Albergheria - si legge nel provvedimento - ha assunto caratteristiche tali da divenire punto di riferimento cittadino per coloro che intendono disfarsi di oggetti usati, ma tale attività si è sempre più estesa  provocando disagio ai cittadini della zona e disagi alla circolazione”'. Da ciò il comune ha, quindi, individuato le due aree destinate al mercatino del baratto, auspicando che “ciò possa dare la possibilità a quanti vogliano vendere in modo regolare di farlo all'interno di aree ben precise, senza arrecare disturbo ai residenti e scoraggiando comportamenti o atti non in linea con la legge. Al termine di questo primo periodo sperimentale si procederà ad una valutazione dell'iniziativa e quindi ad una sua eventuale proroga con eventuali modifiche che tengano conto dei risultati raggiunti”. (set)
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