13 febbraio 2015 ore: 15:25
Immigrazione

Caporalato, al carnevale di Ivrea arrivano le arance anti-sfruttamento

A partire da oggi, ogni agrume utilizzato nella celebre battaglia delle arance dovrà essere certificato contro schiavismo e caporalato, pena l’esclusione delle aziende. L’iniziativa è nata dalla fondazione Benvenuti in Italia, che ha stilato un protocollo assieme a Libera e ai promotori dell’evento
Carnevale di Ivrea, battaglia delle arance

- TORINO - La lotta al caporalato sbarca anche al carnevale di Ivrea. A partire da quest’anno, ogni agrume che arriverà nel comune sabaudo per a celeberrima battaglia delle arance potrà essere utilizzato solo dietro certificazione che ne garantisca l’estraneità da pratiche di sfruttamento e neo-schiavismo. Merito di un protocollo stilato dalla fondazione Benvenuti in Italia, con la partecipazione di Libera Piemonte, della fondazione Storico Carnevalle di Ivrea, del comune di Ivrea e delle associazioni di arancieri che ogni anno partecipano all’evento.

Il protocollo prevede una mappatura dell’intera filiera degli agrumi che ogni anno vengono acquistati dalle squadre in gara nel carnevale, che a partire da oggi richiederanno alle aziende fornitrici una serie di documenti, tra i quali la certificazione antimafia e il Bilancio aziendale relativo agli ultimi tre anni di esercizio. Saranno le stesse associazioni a far presente alle aziende che, in mancanza di tali requisiti, si troveranno escluse dall’elenco dei fornitori. A farsi garante dell’intero processo sarà la Prefettura di Torino, che si occuperà di studiare i documenti e trasferirli alle autorità competenti e agli enti coinvolti nell’iniziativa. 

Un progetto nato sull’onda dell’esperienza di Ivan Seigner, uno studente camerunese del Politecnico di Torino che, nell’estate del 2011, per pagarsi gli studi, decise di andare a raccogliere pomodori in Puglia, trovandosi così a guidare il più grande sciopero dei braccianti di Nardò (Lecce). “Quando Ivan tornò a Torino - spiega Davide Mattiello, eurodeputato Pd e presidente della fondazione Benvenuti in Italia - ci incontrammo per iniziare a immaginare delle azioni concrete perfarci carico di quella che ormai è una vera e propria guerra”. E a questo proposito, Mattiello tiene a sottolineare che l’arma scelta per combattere questa guerra “è la trasparenza”. “Ci siamo impegnati - continua - a rendere trasparente l’intera filiera di produzione e distribuzione delle arance che arrivano a Ivrea: ogni azienda coinvolta sarà tenuta a mettere le carte sul tavolo. Da oggi, chi non lo fa, semplicemente, è fuori”. 

Firmato questa mattina nella sede della Prefettura di Torino e denominato “Arance della legalità”, il protocollo avrà una prima durata di tre anni. Tra i firmatari, oltre a Mattiello, il sindaco di Ivrea Carlo della Pepa e il prefetto Paola Basilone. (ams)

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