Con Agritorino si combatte la disoccupazione recuperando terreni abbandonati o sottoutilizzati
Il Comitato promotore, costituitosi lo scorso primo marzo, sta selezionando una serie di terreni agricoli abbandonati o sottoutilizzati, che verranno affidati a giovani e disoccupati, formati secondo i principi dell’agricoltura sostenibile. Come corrispettivo per la concessione della terra, questi ultimi dovranno restituire una parte della produzione agricola, che verrà donata o venduta a prezzo di costo alle fasce economicamente più deboli della cittadinanza torinese. “Disponendo una parte della produzione – spiega l’avvocato Riccardo Rossotto, presidente del comitato Agritorino – i giovani potranno avere un reddito e garantiranno aiuti a quanti già chiedono aiuto al Serming o al Cottolengo”.
“Stiamo inoltre valutando – prosegue Rossotto - un altro modello di impresa: la costituzione di una cooperativa sociale che prenderebbe in gestione diretta una serie di appezzamenti di terreno. Gli agricoltori, in questo caso, verrebbero remunerati in denaro per il loro lavoro sui campi; mentre la produzione verrebbe suddivisa ancora in due parti, da destinare al mercato oltre che ai bisognosi, in modo tale da raggiungere il punto pareggio di bilancio”.
Al momento, il comitato Agritorino sta verificando la fattibilità tecnico-operativa e la sostenibilità economica del progetto. “Puntiamo come minimo al pareggio dei costi – precisa Rossotto - per evitare di dar vita a iniziative velleitarie e irrazionali”.
Alcuni lotti agricoli sono già stati affidati al comitato dal Cottolengo e dai Salesiani, che inizialmente metteranno a disposizione circa quindici giornate di terra in località Cumiana e Caramagna, in provincia di Torino e Cuneo. Anche privati e aziende si sono offerti di partecipare, come l’industriale caseario Dario Osella, che ha concesso in comodato 4 giornate di terreno della sua azienda agricola per realizzare e gestire orti solidali.
Si stima che il progetto potrà essere pienamente operativo entro il 2015: “il calcolo dei tempi - conclude Rossotto – è stato fatti tenendo conto della necessità di attendere almeno 3 o 4 stagioni, intese come stagioni della terra. Per adesso, comunque, abbiamo già una cinquantina di candidati a lavorare per le quattro giornate concesse dall’azienda di Dario Osella: appena i campi saranno pronti, contiamo di poterli accogliere tutti”. (amstorto)