Immigrati, in Italia aumentano i disoccupati. E dilaga il lavoro nero
ROMA - Sono in aumento i disoccupati e inoccupati immigrati di prima e seconda generazione, ma anche il numero degli inattivi cresciuti di 218 mila unità solo nell’ultimo triennio. Dilaga inoltre il fenomeno dello sfruttamento: nel nostro paese delle oltre centomila imprese controllate in 56 mila sono state riscontrate irregolarità che vanno dal lavoro nero al lavoro minorile fino alla mancata tutela delle norme sulla salute e sicurezza e l’elusione contributiva. L’allarme sulla grave condizione dei lavoratori stranieri è stato lanciato da Liliana Ocmin, segretario confederale Cisl, in apertura oggi a Roma del convegno organizzato dal sindacato “Le sfide dell’immigrazione: solidarietà, lavoro e integrazione”.
“E’ urgente mettere al centro delle politiche del nostro paese il lavoro e la buona occupazione – sottolinea Ocmin - la crisi ha acuito alcune questioni cruciali anche per gli immigrati. Oggi bisogna quindi contrastare ancora di più il dumping contrattuale (concorrenza sleale, effettuata grazie a condizioni contrattuali particolarmente favorevoli per l’azienda ma sfavorevoli per il lavoratore, ndr), lo sfruttamento lavorativo e vere e proprie forme di tratta”. Ricordando le recenti tragedie di Prato e Lampedusa, Ocmin ha sottolineato che seppur diverse esse derivano entrambe dal traffico e lo sfruttamento di esseri umani, “due elementi che si nutrono dell’illegalità, dell’evasione fiscale, dell’incuria delle norme di sicurezza, ma anche dell’irresponsabilità di tutto un sistema sociale viziato da un corto circuito –aggiunge –che dobbiamo risolvere per dare giustizia alle vittime dirette e indirette dell’illegalità e delle nuove forme moderne di schiavitù”.
Tra le richieste al governo quindi, quello di ripensare i meccanismi che regolano gli ingressi per lavoro, andando oltre il sistema delle quote flussi “incoerente e inefficace”. Contrastare il fenomeno dello sfruttamento degli esseri umani e dare sostegno e protezione umanitaria ai richiedenti asilo a partire dalla riforma del regolamento Dublino II. Ma anche la riforma della legge 91/92 sulla cittadinanza introducendo il principio dello ius soli temperato da affiancare allo ius sanguinis. “La cittadinanza – spiega Ocmin - non deve essere una regalia ma un riconoscimento di chi si sente italiano. Va introdotto uno ius soli temperato per i bambini figli di immigrati regolari, nati in Italia o giunti in tenerà età che abbiano completato un ciclo scolastico. (ec)