Rifugiati, 3 europei su 4 preoccupati per la condizione dei minori
ROMA - Tre persone su quattro sono preoccupate per la discriminazione di cui sono vittime i bambini rifugiati. In occasione della Giornata del rifugiato, Save the children lancia un nuovo sondaggio che analizza il fenomeno della discriminazione nei confronti dei bambini rifugiati in 18 Paesi, tra cui l'Italia, coinvolgendo 18mila persone. Un tema che preoccupa quasi tre quarti degli intervistati a livello globale quello dei rifugiati, e particolarmente sentito, rispetto ad altre problematiche, da italiani ed europei. Lo stesso numero di intervistati che si dice preoccupato dal problema della discriminazione che affligge i bambini rifugiati o sfollati, costretti ad abbandonare le proprie case a causa dei conflitti che colpiscono i loro Paesi.
Il livello di preoccupazione riguardo alla discriminazione dei piccoli rifugiati in alcuni Paesi europei, come Svezia, Regno Unito, Danimarca e Germania, è al di sotto della media globale, mentre sono Spagna e Italia, tra i Paesi del Vecchio continente, a essere maggiormente preoccupati da questo fenomeno (con un tasso rispettivamente dell'86% e del 78%). Eppure, pochi degli intervistati sarebbero disposti a compiere azioni concrete per combattere il fenomeno: quattro su 10, a livello globale, sarebbero anche disposti ad accogliere un numero maggiore di bambini rifugiati nel proprio Paese. In Italia la percentuale degli intervistati favorevoli a questa misura si assesta al 33 per cento (un altro terzo è neutrale), seconda solo alla Spagna tra i paesi europei esaminati (Spagna, Italia, Germania, Regno Unito e Danimarca). "Da un lato, le aree di conflitto, i paesi sottoposti a dittature feroci o quelli attraversati da gravi crisi e instabilita' che sfociano in violenze sui civili, e, dall'altro, le emergenze climatiche destinate a moltiplicarsi stanno costringendo milioni di bambini con le loro famiglie, e a volte anche da soli, a fuggire dopo aver perso tutto, per salvarsi o cercare l'unica possibilità di futuro altrove", ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. "La comunità internazionale ha il dovere di accogliere e proteggere adeguatamente i bambini profughi. Una responsabilità verso la quale, purtroppo, l'Europa per prima non ha saputo dimostrare alcuna leadership positiva".
Almeno 3,5 milioni di bambini rifugiati nel mondo non hanno accesso alla scuola, e sono per questo ancora più vulnerabili alle discriminazioni e agli abusi, allo sfruttamento da parte dei trafficanti o costretti a matrimoni precoci e lavoro minorile. Secondo il 77% degli intervistati nell'ambito del sondaggio di Save the Children, i bambini rifugiati e sfollati hanno diritto all'educazione come qualsiasi altro bambino, ma solo la metà di loro crede che la scuola debba essere una priorità per questi bambini. Il sondaggio è stato realizzato dal 23 marzo al 14 aprile nei seguenti paesi: Australia, Cina, Danimarca, Filippine, Germania, Giordania, India, Indonesia, Italia, Kenya, Messico, Nigeria, Norvegia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica e Svezia. (www.agensir.it)
(DIRE)