13 febbraio 2015 ore: 15:55
Immigrazione

Rosarno, "un’intollerabile catena di sfruttamento ancora opprime i lavoratori stagionali"

Anche il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina all'incontro promosso oggi da Fai, Flai e Uila. Che affermano: "Necessario intervenire sull’incrocio tra domanda e offerta di lavoro per bloccare all’origine la filiera dell’illegalità e dello sfruttamento”
Ferdinando Scianna/Magnum/Contrasto Immigrazione: raccolta arance

Immigrazione: raccolta arance

ROSARNO - “La Calabria e tutto il Meridione devono saper cogliere l'opportunità dei fondi europei per rinnovare il comparto agricolo e per riuscire ad aggregare i produttori. Mi aspetto un contributo molto forte e propositivo da una regione la cui economia è molto incentrata sulle risorse agricole ed agroalimentari. Il futuro di questa regione parte proprio da qui. A cinque anni dalla rivolta di Rosarno, bisogna partire dalle misure rigorose contro il caporalato per combattere forme vecchie e nuove di schiavitù”. Così il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che quest’oggi a Rosarno (Reggio Calabria) ha partecipato all’incontro sul tema “Legalità, diritti, dignità. Da Rosarno si può”. All’iniziativa, organizzata da Fai, Flai e Uila,  hanno partecipato diversi rappresentanti locali e nazionali del sindacato e del mondo dell’agricoltura, unitamente ad esponenti del governo calabrese. Martina, per i prossimi cinque anni, ha auspicato "la realizzazione di una rete per il lavoro agricolo di qualità, in modo da favorire la certificazione delle imprese”.

Secondo il titolare del dicastero delle Politiche agricole  “con queste innovazioni si creeranno gli strumenti per sviluppare al meglio la tracciabilità del prodotto. Un tema – ha ribadito il ministro - su cui stiamo lavorando molto anche in vista della grandissima opportunità offertaci da Expo 2015”. Martina ha annunciato che, proprio in occasione dell’esposizione universale di Milano, “a marzo verrà organizzato un forum contro la contraffazione dei prodotti e per la legalità del mercato agricolo”.

Al centro del dibattito della manifestazione rosarnese il lavoro nero in agricoltura, le misure concrete da mettere in atto contro le gravi forme di sfruttamento e di caporalato che purtroppo caratterizzano ancora il comparto agricolo, soprattutto ai danni dei lavoratori stranieri. Una situazione drammatica di cui la Piana di Gioia Tauro continua ad essere emblema negativo. Fai, Flai e Uila hanno sottolineano come la problematica dello sfruttamento e del sommerso nel lavoro agricolo, non sia ancora stata risolta. Nel 2011, è stato introdotto nel codice penale l’articolo 603bis, secondo cui il reato di caporalato è reato penale, ma la normativa vigente è insufficiente.
Secondo i sindacati “è necessario intervenire sull’incrocio tra domanda e offerta di lavoro per bloccare all’origine la filiera dell’illegalità e dello sfruttamento”. Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti ha denunciato “l’intollerabile catena di sfruttamento che ancora opprime i lavoratori stagionali, impegnati nella piana gioiese". Obiettivo prioritario deve essere quello di garantire la legalità “per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore - ha affermato Moncalvo – per cui si è scelta con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune”.

Anche per Mario Guidi, coordinatore di Agrininsieme, è necessario “un modello completamente rinnovato, efficiente e di qualità, che offra la possibilità di ‘convertire’ emarginazione e sfruttamento malavitoso degli immigrati in opportunità imprenditoriali di integrazione e di inclusione sociale, unitamente allo sviluppo qualitativo dell’intero comparto”.

Nel convegno di Rosarno si è parlato di responsabilità etica delle imprese rispetto a sicurezza e legalità del lavoro, con particolare riguardo agli immigrati impiegati nel settore. E’ stato evidenziato come le difficoltà strutturali dell' agricoltura locale ma anche la composizione farraginosa di una filiera sempre più articolata con la presenza di troppi soggetti terzi come commercianti, cooperative di servizio ed altro ancora, favoriscano l’ingerenza mafiosa. Snellire la filiera, agevolare un rapporto più diretto tra soggetti coinvolti, assicurare una informazione trasparente sui prodotti, questa la ricetta lanciata a Rosarno per sconfiggere il tristissimo fenomeno dell’irregolarità lavorativa che da anni si consuma soprattutto sulla pelle degli stagionali immigrati. Queste le proposte per far decollare finalmente un comparto dalle mille potenzialità. (msc)

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