Tra strutture chiuse e servizi sospesi, le associazioni mettono in campo la creatività per continuare a svolgere il proprio compito nell'emergenza dettata dal coronavirus. E si reinventano. Così, oltre alla scuola, ecco cosa si può fare “a distanza": assistenza a chi a una disabilità o a chi vive in povertà, ma anche sport per tutti e attività educative e ricreativi
ROMA - Da Sant'Egidio alla Caritas, da Con i bambini all'Auser, dall'Agesci all'Angsa, dall'Anffas fino alla Uisp: un giorno dopo l'altro, chi prima chi dopo, le associazioni si attrezzano per non lasciare solo che, per forza di cose, deve restare a casa. O, in alcuni casi, per strada. E così si reinventa e si trasforma la solidarietà, grazie alla creatività e da quella “passione sociale” che caratterizza il mondo del non profit per affrontare l'emergenza dettata dal coronavirus.
Redattore Sociale ha deciso di intraprendere un viaggio – virtuale, naturalmente – tra quelle realtà che hanno “inventato” soluzioni nuove e originali per i problemi e le fragilità di cui si sono sempre prese cura. Vicini da lontano è possibile e, in questo momento, più che mai necessario.