28 agosto 2019 ore: 10:00
Disabilità

"Meno tecnicismi e più abbandono": ritornare al disegno dopo la paralisi

Marco Galli, colpito dalla sindrome di Guillain-Barré, malattia rara che coinvolge "i centri nervosi, gli anticorpi impazziscono e si mangiano la mielina", è tornato al graphic novel con “La notte del corvo”, con lo pseudonimo Apehands, letteralmente “mani di scimmia”
BOLOGNA - Riscoprirsi un fumettista dopo essere stato colpito, il 22 marzo 2016, dalla sindrome di Guillain-Barré, una malattia rara che coinvolge "i centri nervosi, gli anticorpi impazziscono e si mangiano la mielina". E oggi tornare al graphic novel con La notte del corvo, edito da Coconino Press-Fandango, accompagnando il proprio nome e con lo pseudonimo Apehands, letteralmente “mani di scimmia”. Perché Marco Galli ha fatto veramente fatica a riprendere il controllo dei propri arti. Racconta la sua storia  Michela Trigari sulle pagine di SuperAbile Inail, rivista sui temi della disabilità pubblicata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

"In un giorno e mezzo mi sono ritrovato completamente paralizzato e intubato per via di un collasso polmonare", racconta l’autore. "Fortunatamente la malattia è regredita con le cure, ma ci sono voluti otto mesi di ospedale, di cui la metà allettato, e tanta riabilitazione". Nonostante questo, nel 2017 Galli ha ripreso a disegnare. "All’epoca del mio nuovo libro il pollice non si opponeva, per cui impugnavo la matita come uno scimpanzé; non riuscivo ad appoggiare il polso e lavoravo molto di spalla, alzando il gomito". Naturalmente questo ha influenzato il suo tratto. 

La notte del corvo, un western in cui arrivano i migranti irregolari e "dove ci sono sceriffi e pistoleri come sta accadendo ora in Italia, è stata una scommessa vinta, ma anche la scoperta di un nuovo modo di disegnare, con meno tecnicismi e un maggiore abbandono a quello che faceva la mia mano, perché non avevo molto controllo di quello che avveniva sul foglio. Un disegno anarchico, ribelle alla volontà della mia mente e a quello che mi immaginavo. Ma al western bastano pochi elementi grafici, per cui la scelta dell’ambientazione è stata dettata anche da questo".

Oggi Marco Galli, classe 1971, di Montichiari (Brescia), ha quasi recuperato le sue funzionalità, anche se con qualche limitazione agli arti, insegna in Accademia, tiene un corso di fumetti e si è cimentato con un Dylan Dog fuori collana che uscirà tra un anno. Ha però dovuto abbandonare un’altra sua arte: la decorazione.

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