14 giugno 2013 ore: 17:43
Società

Boldrini: centralità della famiglia non è messa in discussione

La presidente della Camera accolta da un lunghissimo applauso all'inaugurazione del Palermo Pride. ''Paese in ritardo rispetto alle richiesta di una società martura''
PALERMO - Il Presidente della Camera Laura Boldrini è stata accolta da un lunghissimo e caloroso applauso all'inaugurazione del Palermo Pride. ''Stiamo qui oggi per parlare di diritti, diritti negati e violati. Ha detto la terza carica dello Stato - Da questa terra tradizionalmente dedica all'accoglienza arriva un messaggio chiaro e forte: non vi è tutela e garanzia per i diritti senza inclusione, senza la scelta di strappare tutte le donne e gli uomini a quella solitudine che è figlia diretta delle discriminazioni e della negazione dei diritti fondamentali.A questo dobbiamo dire basta. Ho passato 25 anni a difendere i diritti degli ultimi e oggi quest'isola contribuisce a creare contaminazione e arricchimenti culturali".

''Parliamo di diritti  e nessuno ha diritto di ridicolizzare questo nostro incontro, perché non è una carnevalata. Alcune settimane fa - ha detto la Boldrini - ho risposto a una lettera di un adolescente che si rammaricava del silenzio delle istituzioni sulla omosessualità. La sua lettera è frutto di solitudine e disperazione. Lui sostiene che essere omosessuali è una sfortuna, ma la sfortuna non è una categoria sociale. Esiste invece la categoria dell’impegno e delle scelte politiche forti. Occorre mettere in atto azioni legislative che allarghino la tutela dei diritti e su questo il nostro paese si muove in ritardo rispetto alle richiesta di una società martura''.

Per la presidente della Camera "sostenere i diritti degli omosessuali non può e non deve essere contrapposto ai diritti della famiglia. La centralità della famiglia non è messa in discussione". "Riconoscere i diritti a chi non li ha, - ha concluso - non significa toglierli a chi li ha. Per cui c’è l’impegno delle istituzioni verso la lotta a ogni forma di discriminazione. L’omofobo, il maschilista e il razzista sono figli della stessa sottocultura perché diversi tipo di discriminazione finiscono per sommarsi. Siamo qui per dare vita a una globalizzazione del confronto dell’accoglienza e della ricchezza della diversità". (vedi lancio successivo) (set)
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