3 ottobre. Le iniziative nelle scuole per ricordare la strage di Lampedusa
- ROMA - Approdano da tutta Italia. Ma anche da Austria, Francia, Malta e Spagna. Sono 200 le studentesse e gli studenti in questi giorni sono a Lampedusa per confrontarsi, dibattere, approfondire i temi dell’immigrazione, dell’integrazione e dei diritti delle e dei rifugiati e delle e dei richiedenti asilo. Una quattro giorni, che va avanti fino a domani, martedì 3 ottobre, di workshop, incontri, faccia a faccia con migranti e superstiti, esperti e addetti ai lavori. È il progetto “L’Europa inizia a Lampedusa” che riparte proprio dall’isola simbolo dell’accoglienza nei giorni dell’anniversario della strage del 3 ottobre 2013, Giornata della memoria delle vittime delle migrazioni.
Il progetto è promosso dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca in collaborazione con il Comitato 3 ottobre ed è reso possibile grazie all'impegno del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) gestito dal Ministero dell'Interno. Le ragazze e i ragazzi che saranno a Lampedusa frequentano l’ultimo triennio delle scuole secondarie di II grado e provengono da 35 istituti italiani e da 4 istituti di altri paesi europei (Austria, Francia, Malta e Spagna). Con loro anche 40 studentesse e studenti dell’isola e una rappresentante della European Agency For Special Needs and Inclusive Education. Le alunne e gli alunni sono stati selezionati nelle oltre 230 scuole che hanno risposto al bando di concorso lanciato nel maggio scorso dal Miur. Gli appuntamenti si concluderanno con la Marcia di martedì 3 ottobre per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione (riconosciuta dalla legge n. 45 del 21 marzo 2016) che si snoderà da piazza Castello, alle 8.30 del mattino, per poi raggiungere il monumento Porta d'Europa, opera di Mimmo Paladino. Sfileranno le studentesse e gli studenti che hanno partecipato alle giornate di studio, ma anche le migranti e i migranti superstiti del naufragio. Parteciperanno, tra le autorità, oltre a Grasso e Fedeli, anche Stephane Jaquemet, delegato dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) per il Sud Europa, e il Sindaco di Lampedusa Salvatore Martello. Davanti alla Porta d'Europa si celebrerà un momento di raccoglimento con padre Mussie Zerai e l'Arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro. A conclusione della cerimonia è prevista la commemorazione in mare a bordo delle motovedette della Guardia Costiera e delle barche dei pescatori di Lampedusa.
Anche l’Arci, in occasione del 3 ottobre si concentra sulle scuole chiedendo l’impegno di tutti e tutte per “un giorno di riflessione e per offrire un’occasione a bambine e bambini, ragazze e ragazzi di capire e di crescere in un mondo che non sia solo caratterizzato da egoismo e violenza. È uno spiraglio, una possibilità di contribuire a costruire la solidarietà che manca, che spieghi che quelle persone morte hanno un nome e una storia, che sono loro che avremmo dovuto proteggere, non i confini”, sottolinea la presidente Francesca Chiavacci. “Una legge, quella sul 3 ottobre, sicuramente importante sul piano simbolico e culturale, rispetto alla quale però le scelte recenti del governo italiano e della UE non sono state per nulla coerenti – aggiunge -Gli accordi prima con la Turchia, poi con la Libia e con i paesi di origine e transito dei migranti, hanno ridotto notevolmente i flussi migratori, scambiando quantità ingenti di denaro in cambio del blocco dei migranti. Questo senza preoccuparsi delle condizioni di degrado in cui vengono tenute le persone fermate o intercettate. Torture, stupri, violenze di ogni tipo sono quotidianamente consumate in veri e propri centri-lager, gestiti spesso da quelle stesse bande armate che speculavano sul traffico di esseri umani. Una vergogna, un imbarbarimento che mette a rischio la stessa civiltà del nostro continente”.
In questo clima – aggiunge l’Arci – “persino provvedimenti su cui tante forze politiche, oltre a gran parte delle organizzazioni sociali, si erano impegnate non vedono la luce. Ci riferiamo alla legge di riforma della cittadinanza, attesa da anni da quegli 800mila ragazze e ragazzi di origine straniera, nati o vissuti in Italia, italiani di fatto ma non di diritto. Per chiedere l’introduzione dello ius soli nella nostra legislazione il 3 ottobre l’Arci sarà davanti a molte scuole in tutta Italia, dove studiano e convivono alunni e alunne originari/e di Paesi diversi. Da lì bisogna ricominciare una battaglia culturale, per l’uguaglianza e i diritti di tutti e tutte. Per un mondo in cui non ci siano stranieri”.
Anche la Cisl parla di una “data simbolica per ricordare e commemorare quel drammatico giorno in cui, nel 2013, 368 persone persero la vita in un naufragio a largo di Lampedusa". "Il pensiero della Cisl va oggi, dunque, a tutti quegli uomini, donne e bambini che nel tentativo di fuggire dai loro paesi, dilaniati da guerre e conflitti, per riprogettare più serenamente la propria vita e quella dei loro familiari, hanno trovato la morte nel nostro Mediterraneo – sottolinea Liliana Ocmin, responsabile immigrazione -. Per la Cisl, però, il ricordo di quel tragico episodio non deve essere un mero esercizio di memoria, ma guidare l’impegno di tutti per fare in modo che ciò non si ripeta. Tenere vivo questo ricordo, infatti, è importante ma da solo non basta, come purtroppo abbiamo avuto modo di constatare in altre simili occasioni, occorre invece un vero progetto di governance del fenomeno che, sotto l’egida dell’Onu e con il contributo fattivo dell’Europa, punti, se non ad eliminare, a ridurre sensibilmente questi rischi senza però staccare lo sguardo dai diritti fondamentali delle persone. L’Italia sta lavorando in questa direzione, ma occorre fare di più. La situazione in Libia, dopo gli accordi con il nostro Paese, racconta una situazione al limite dell’umano. I campi di raccolta profughi sono per lo più “zone franche” dove spesso i diritti umani vengono ripetutamente negati e calpestati. Lo sa l’Italia, lo sa l’Europa, lo sanno tutti. Bisogna far presto e agire con assoluta trasparenza. Ogni giorno, ogni ora che passa si rischia di spegnere non solo le speranze di questa gente ma la loro stessa vita".