"Bee my job", un lavoro in apicoltura per i richiedenti asilo
Apicoltori
- BOLOGNA – Quando gli hanno proposto di seguire un percorso di formazione e integrazione professionale sull’apicoltura, Abdul ha esitato. “In Senegal le api sono molto aggressive e avevo paura”, racconta. Ma quando ha capito che le api in Italia sono diverse e meno “cattive” ha accettato con entusiasmo. Abdul è uno dei partecipanti di “Bee my job”, il progetto di apicoltura urbana e sociale che vede protagonisti rifugiati e richiedenti asilo in percorsi di formazione e integrazione professionale premiato anche dall’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. Nato ad Alessandria dall’associazione di promozione sociale Cambalache, in 3 anni “Bee my job” ha attivato 44 percorsi di tirocinio e formato oltre 140 persone con “10 arnie per la didattica”, come ha spiegato la referente Francesca Bongiorno. Abdul ha seguito il percorso di formazione nel 2016 e oggi fa da tutor ai nuovi partecipanti. “Ho imparato cos’è l’apicoltura, ho scoperto che ci sono i fuchi, le api operaie e la regina e qual è l’importanza delle api e oggi posso insegnarlo ad altri ragazzi”. Se ne parla a Italia-Italie, la trasmissione sulla multiculturalità di Radio Città del Capo di Bologna.
Lo scorso febbraio “Bee my job” è arrivato anche a San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna, grazie alla cooperativa La Venenta. I 23 partecipanti hanno appena concluso la prima fase di formazione teorica e pratica sull’apicoltura a cui, come ha spiegato la referente Annalisa Callea, “sono stati affiancati i moduli sull’agricoltura biologica, sulla sicurezza sul lavoro e sull’educazione alla cittadinanza”. Ora gli ospiti dei centri di accoglienza straordinaria gestiti dalla cooperativa stanno per affrontare la seconda fase, il tirocinio in azienda.