18 febbraio 2020 ore: 13:11
Società

Da reietti a risorse umane: ecco come i topi anti-mina salvano l’uomo

di Francesco Dicuonzo
Uno studente olandese di agraria ha scoperto che i topi possono essere usati per l’individuazione delle mine antiuomo e che riescono a perlustrare 100 metri quadrati in circa mezz’ora senza essere colpiti. L’inusuale metodo è stato usato principalmente in Africa ma anche in altre regioni colpite dalle guerre civili. Ne parla la rivista Africa

ROMA - Chi avrebbe mai pensato che il topo potesse rivelarsi utile all’uomo e addirittura potesse salvargli la vita? Eppure è così. Un giovane studente olandese di agraria, Bart Weetjens, che collaborava con l’Università di Sokoine di Morogoro, nel 2006 compie alcuni esperimenti e sottopone dei roditori ad una specie di addestramento per sventare le mine rimaste nei campi Africani in seguito alle guerre civili. I risultati di questi test risultano soddisfacenti e Bart, come riporta l’articolo di Mario Ghirardi della rivista Africa, fonda l’associazione no profit, Apopo, per incentivare l’uso dei topi per la rimozione delle mine anti-uomo nei campi.
 
Questo metodo alternativo non viene promosso solo nei paesi Africani - si legge nell’articolo - ma in varie regioni colpite dalle guerre civili, come la Colombia e il Vietnam. Nonostante la prodigiosa scoperta, Weetjens ammette che è nato tutto per caso e rivela che nelle sue lunghe giornate di studio ha scoperto le enormi potenzialità di questi animali e sostiene che non hanno nulla da invidiare ad altri animali, come il gatto, dal momento che è dotato di un fiuto infallibile e straordinarie capacità di apprendimento; lo studente però precisa che non tutti gli esemplari si presentano inclini a questo compito e i tempi di addestramento non sono brevissimi.

Weetjmens spiega come avviene la perlustrazione dei campi da parte dei topi: questi riescono a perlustrare circa 100 metri quadrati in mezz’ora senza il rischio di essere vittime delle mine, visto il loro peso minimo; le bestiole individuano sia le mine con involucri metallici sia quelle con involucri di plastica, al contrario dei metal detector, puntando direttamente all’esplosivo.
Nell’articolo pubblicato dalla rivista Africa viene riportata anche la testimonianza di Caterina Saccardo, vicentina 40enne che dal 2016 lavora in Tanzania, che racconta di come i topi abbiano disinnescato oltre 13 mila ordigni in Mozambico. “Ho visto coi miei occhi cosa significa comunicare agli abitanti di un villaggio dell’Angola che possono smettere di far giocare i bambini nel pollaio – afferma -, unico posto sicuro prima della bonifica, e mandarli a correre nei campi dove le mine non ci sono più, grazie ai nostri piccoli eroi”.

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