13 settembre 2017 ore: 14:17
Immigrazione

Migranti, rilanciata la petizione per superare la Bossi-Fini. "Non è buonismo"

La leader radicale Emma Bonino e il presidente della Casa della Carità di Milano don Colmegna ripresentano la campagna "Ero Straniero - l'umanità che fa bene" e la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare. Già raccolte 34 mila. Ne servono 50 mila
Stop alla Bossi-Fini

MILANO - "È una proposta di legalità". ”Non è buonismo, ma un progetto di società". La leader radicale Emma Bonino e il presidente della Casa della Carità, rilanciano la campagna "Ero Straniero - l'umanità che fa bene" e la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sull'immigrazione, che porterebbe a una riforma generale delle norme in materia e l'addio alla Bossi - Fini. Finora sono state raccolte 34 mila firme e c'è tempo fino alla fine di ottobre. Anche se non sarà facile arrivare al traguardo delle 50 mila firme. "Dobbiamo aiutare la gente a ragionare con la testa e non con la pancia", sottolinea la Bonino, non nascondendo le difficoltà e il clima ostile nel quale dal maggio sta promuovendo la Campagna. Per questo si è deciso di rilanciarla con una conferenza stampa alla Casa della Carità, durante la quale sono intervenuti anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia e l'assessore alle Politiche sociali di Milano Pierfrancesco Majorino. "Con la nostra proposta vogliamo arrivare a dare un quadro di legalità al fenomeno migratorio - aggiunge la Bonino -. E per far questo bisogna puntare sull'integrazione. Certo non è facile: l'integrazione è sempre stata un problema in tutte le epoche e luoghi. Ma un tentativo di vivere insieme in legalità dobbiamo farlo. Non è una quindi una proposta contro qualcuno, ma per governare un fenomeno". 

La legge Bossi Fini di fatto impedisce di entrare in Italia regolarmente. Oggi l'unica strada percorribile per uno straniero è quella di fare una richiesta d'asilo. In più la Bossi-Fini crea ogni anno nuovi irregolari, perché basta perdere il lavoro per non vedersi rinnovato il permesso di soggiorno. Alla Casa della carità dal 2016 ad oggi hanno chiesto aiuto 3.542 stranieri, di cui solo 1.396 erano in regola. Le altre 2.146 "possiamo considerarle vittime della Bossi-Fini", denuncia don Virginio Colmegna. C'è chi non è mai riuscito ad avere un permesso di soggiorno, altri a cui è scaduto e avendo solo un lavoro in nero non riesce a rinnovarlo, c'è chi si è visto respinta la domanda d'asilo. Si stima che in Italia gli irregolari siano circa 500 mila, mentre quelli in regola quasi 6 milioni. "Dobbiamo cambiare la narrazione sull'immigrazione - aggiunge il sacerdote -. E con la nostra proposta diamo alle persone la possibilità di entrare legalmente in Italia e di vivere nella legalità. Non è quindi buonismo, un progetto di società in cui vince il buon senso, la capacità di vivere insieme e la solidarietà come valore fondante". 

La proposta di legge è promossa da Radicali italiani, Casa della Carità, Acli, Arci, Centro Astalli, Cild, A buon diritto, Asgi e Cnca, da oltre 60 sindaci e numerose altre associazioni ed enti che man mano stanno aderendo. È composta da otto articoli e il suo obiettivo è quello di rendere possibile l'ingresso in Italia senza dover ricorrere ai trafficanti di uomini o ad altri stratagemmi illegali. Per questo introduce il permesso di soggiorno temporaneo (12 mesi) per la ricerca lavoro, così da facilitare l’incontro tra stranieri e datori di lavoro. Si prevede inoltre la regolarizzazione su base individuale degli stranieri irregolari, se è dimostrabile l’esistenza in Italia di un'attività lavorativa (trasformabile in attività regolare o denunciabile in caso di sfruttamento lavorativo) o di comprovati legami familiari. La proposta intende anche ampliare il sistema Sprar puntando su un'accoglienza diffusa capillarmente nel territorio con piccoli numeri.  

"I sindaci sono quelli più direttamente esposti ai problemi legati all'immigrazione -ha sottolineato Giorgio Gori-. Oggi siamo qui a ribadire che l'obiettivo principale deve essere l'integrazione. Ora i flussi sono drasticamente diminuiti, anche se il Governo deve impegnarsi per il rispetto dei diritti umani in Libia. Ma non c'è dubbio che adesso è possibile concentrarsi sull'integrazione. Non ci sono più scuse, non c'è più l'emergenza degli sbarchi". "Non può essere la paura a dettare l'agenda e le scelte della politica -ha aggiunto Pierfrancesco Majorino-. L'integrazione è una condizione per l'efficacia non solo per le politiche sull'immigrazione ma per la coesione sociale stessa. Siamo di fronte a migliaia di persone che vedendosi respinta la domanda d'asilo, perché è l'unica che possono presentare, restano sul nostro territorio irregolarmente. Quest'anno dovremo aumentare i posti nei dormitori per il piano antifreddo, proprio per l'aumento degli irregolari a Milano". "Siamo alla volata finale -ha dichiarato Giuliano Pisapia- E non possiamo sprecare questa grande occasione. Ciascuno di coloro che ha già firmato convinca altre cinque persone. È una proposta di legge intelligente, applicabile, che parla di diritti e di doveri". (dp)

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