Nei primi sei mesi 2017 aumentano le richieste d’asilo in Italia (+44 %)
Foto: Sara Prestianni/Arci - Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017
La copertina del Rapporto |
ROMA - Nei primi sei mesi del 2017 sono aumentate le richieste di asilo in Italia: sono state 77.449 le domande presentate pari al 44 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato emerge dal Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017, realizzato da Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar, in collaborazione con Unhcr, e presentato oggi a Roma. Il periodo analizzato è quello precedente al calo delle partenze dalla Libia: dall’inizio dell’anno a giugno, infatti, gli arrivi erano pari a 83.752 (il 19,3 per cento in più rispetto al 2016). Dopo l’accordo con Tripoli, invece, i numeri hanno subito un brusco calo, ed ora la percentuale è il 30 per cento in meno rispetto al 2016 (114.342 contro 164.015 dell’anno precedente).
Da gennaio a giugno sono state esaminate 41.379 richieste di protezione internazionale. Di queste 4,3 su 10 hanno avuto esito positivo: il 9 per cento dei richiedenti ha avuto lo status di rifugiato; il 9,8 la protezione sussidiaria e il 24,5 per cento il permesso per motivi umanitari. Per il 51,7 per cento, invece, l’esame si è concluso con un diniego.
- Nel 2016 le domande complessivamente presentate sono state 123.600 (+47 per cento rispetto al 2015). Il profilo del richiedente è quello di un uomo (85 per cento dei casi) africano (70 per cento), tra i 18 e i 34 anni (80,2 per cento). I primi cinque Paesi di origine sono in ordine: Nigeria (27.289), Pakistan (13.510), Gambia (9.040), Senegal (7.723) e Costa d’Avorio (7.419). In tutto le domande esaminate dalle Commissioni territoriali nel 2016 sono state oltre 91mila con un esito positivo nel 40,2 per cento mentre i dinieghi sono stati il 56,2 per cento. A fronte di poco più di 41mila migranti rintracciati in posizione irregolare, nel 2016 i rimpatri complessivamente adottati sono stati oltre 5.800 (mentre erano stati 5.500 l’anno precedente).
Per quanto riguarda i minori, quelli arrivati nel nostro paese nel primo semestre dell’anno sono stati 12.239 (4 per cento in più dello stesso periodo 2016). Nel 93 per cento dei casi si tratta di minori non accompagnati, cioè arrivati in Italia da soli. La maggior parte arriva dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio e dal Bangladesh. Ad aver presentato la domanda di protezione internazionale sono stati 4.500 minori, quasi tutti maschi dai 14 ai 17 anni. Nel 69,1 per cento dei casi l’esito è stato positivo, mentre i dinieghi rappresentano il 20,4 per cento. I minori diniegati provengono per lo più dal Bangladesh e dalla Costa d’Avorio, mentre quelli che ottengono lo status di rifugiato sono soprattutto i nigeriani.
Inoltre, il rapporto sottolinea che a livello europeo le richieste di protezione internazionale registrano una tendenza negativa a partire dal 2016 con 1.259.955 domande (il 4,8 per cento in meno rispetto al 2015). “Ci si attende una nuova flessione a fine 2017 – si legge nel rapporto -. dovuta alla significativa flessione dei flussi dalla Libia a seguito dell’accordo siglato con l’Italia”. I primi sei mesi del 2017 confermano questa previsione: con il 43 per cento di domande in meno rispetto al 2017. Nel 2016 la Germania rimane il primo paese con 745mila casi, seguita a distanza dall’Italia (123mila), dalla Francia (84mila), e dalla Grecia (51mila). Questi 4 paesi da soli totalizzano quasi l’80 per cento delle domande di protezione. Sul totale, il 60,8 per cento di richiedenti ha avuto esito positivo e il 54, 5 per cento ha ottenuto lo status di rifugiato. Ma i dati parziali 2017 mostrano una riduzione dei riconoscimenti. Mentre sono in aumento i cosiddetti casi Dublino, che nel 2016 hanno superato i 141mila casi, di cui il 45 per cento ha riguardato l’Italia.
Foto: Sara Prestianni/Arci - Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017 |
Infine si parla anche del fallimento del programma di relocation, nato per alleggerire la pressione dei flussi in Italia e Grecia. A fronte di 160mila ricollocazioni previste dai due paesi, a settembre 2017 se sono state registrate appena 29.134, di cui solo 9.078 dall’Italia. A contribuire maggiormente sono stati Germania, Francia e Paesi Bassi. (ec)