25 gennaio 2017 ore: 12:40
Immigrazione

Raccolta delle olive finita, ma a Campobello di Mazara 65 migranti vivono nel degrado

Vivono accampati nel campo abusivo di Erbe Bianche senza servizi igienici, acqua e luce, nello stesso posto dove perse la vita Ousman, ragazzo senegalese morto nel 2013. Moceri (Libera): "Invisibili agli occhi di cittadini e istituzioni cercano, solo lavoro e dignità”
Migranti accampati a Campobello di Mazara 2
Migranti accampati a Campobello, piazzale pieno di rifiuti

PALERMO - Vivono accampati nel campo abusivo di Erbe Bianche senza servizi igienici, acqua e luce, nello stesso posto dove perse la vita Ousman, ragazzo senegalese morto nel 2013 per le gravi ustioni riportate in seguito all’esplosione di un fornetto. Sono 65 africani, originari di Senegal, Gambia e Mali che dopo la fine della raccolta delle olive di Campobello di Mazara (Tp) e la conseguente chiusura del campo attrezzato “Ciao Ousman” nell'ex oleificio confiscato alla mafia gestito da Libera, hanno deciso di rimanere nel territorio. A denunciare lo stato in cui vivono e ad appellarsi a associazioni e istituzioni affinché possano garantire delle condizioni di vita più dignitose sono Patrizia Moceri, attivista di Libera, e Alberto Biondo, attivista di Borderline Sicilia. I ragazzi africani (solo alcuni di loro, da pochi giorni, hanno iniziato a lavorare nella raccolta dei mandarini) lamentano di essere stati lasciati nell'abbandono più totale dalle istituzioni locali ma anche dagli abitanti del piccolo paese. L'appello per aiutare e assistere con cibo caldo, coperte e altri beni di prima necessità questi migranti è stato raccolto soltanto da due comunità evangeliche: “L'esercito della salvezza” e l'associazione della chiesa evangelica di Castelvetrano. A loro si è aggiunta anche l'associazione "Gli angeli per la vita " dell'Anpas, sempre di Castelvetrano.

Migranti accampati a Campobello di Mazara 2

"Invisibili agli occhi di cittadini e istituzioni cercano solo lavoro e dignità - sottolinea Patrizia Moceri -. In questo momento, in particolare, hanno una condizione di vulnerabilità estrema che li espone a pericoli di ogni tipo. Potrebbero ammalarsi da un momento all'altro sia per le condizioni igieniche pessime dell'area, che è una discarica a cielo aperto, ma anche perché mangiano poco e non sono ben coperti. Già dallo scorso 26 dicembre abbiamo messo a conoscenza della gravità della situazione il sindaco di Campobello, ma senza ricevere fino a oggi alcuna risposta. Ricordiamoci che sono giovani senza alcun punto di riferimento e senza legami con nessuno nel resto d'Italia. Ci appelliamo alle associazioni, alla chiesa e a tutti coloro che volessero aiutarli".
"Siamo in contatto con loro - aggiunge ancora Patrizia Moceri - e sappiamo quanto stiano soffrendo in questo momento resistendo a queste terribili condizioni di vita. Se ci fosse la giusta volontà politica potrebbero essere cercate alcune soluzioni. Sappiamo, inoltre, che l'ex oleificio del campo 'Ciao Ousman' è ritornato in gestione al comune che vorrebbe aprirci l'ufficio tecnico. Tutto questo non ci fa ben sperare perché bisognerà capire cosa succederà e dove verranno ospitati i migranti stagionali l'anno prossimo per la prossima raccolta delle olive". 

Migranti accampati a Campobello di Mazara 3

"Oggi a Campobello ci vive complessivamente circa una ottantina di persone - dice pure su Borderline Sicilia Alberto Biondo - di origine africana, alloggiate in aperta campagna, tra casolari abbandonati privi di porte e delle casupole di legno e teli di plastica, realizzate da loro stessi. Non c'è acqua, luce e non ci sono servizi igienici. La zona denominata ‘Erbe Bianche’, si trova all'estrema periferia del paese, abbastanza lontana dagli sguardi di chi considera degradante avere queste persone fra i piedi, invece di considerare degradante la condizione in cui sono costrette a vivere". "Alcuni sopravvivono, dormendo in materassi appoggiati sul terreno, con un telo di plastica, per evitare che diventino zuppi quando piove - continua Alberto Biondo -, riscaldandosi, anche in questi giorni di freddo pungente, accendendo dei fuochi, su cui cucinano anche il cibo, in pentoloni malandati e difficili da pulire. Non hanno alcuna assistenza medica e, dal momento che alcuni sono privi di documenti, si sceglie di non rivolgersi alla Guardia Medica perché si ha troppa paura".

"Abbiamo portato coperte, giubbotti e medicine, ma, nonostante la gratitudine dei ragazzi ci sentiamo inermi verso queste dinamiche sempre più presenti nei nostri territori - continua Patrizia Moceri -. E quello che fa più male a questi ragazzi è l'indifferenza della gente. Il problema è sempre quello, purtroppo legato alla forte chiusura del territorio locale. Alcuni di loro sarebbero in condizioni di potere pagare delle case ma i paesani si rifiutano di farlo. L'attività da fare di sensibilizzazione della società civile e delle istituzioni è ancora molto faticosa e impegnativa". 

Migranti accampati a Campobello di Mazara 4

"Lo stato di invisibilità e di bisogno li rende facili prede di sfruttatori senza scrupoli – conclude Alberto Biondo -. La nostra politica vuole creare queste sacche per continuare a uccidere la speranza e distruggere i sogni di tantissimi ragazzi, che con molta compostezza hanno manifestato la loro rabbia per la violenza psicologica subita, per le condizioni di vita incivili in cui sono costretti a vivere. A Campobello, dove le violazioni dei diritti umani sono quotidiane. Ancora una volta vogliamo sapere perché, e come mai, nessun sindacato si sia mosso per verificare tutto questo, come mai nessun sindacato sia presente in situazioni come questa nota a tutti, perché da anni i migranti a Campobello vengono abusati da questo sistema. Ci chiediamo e chiediamo alle istituzioni come mai c'è un ex oleificio  confiscato alla mafia nel completo abbandono, in questo momento utilizzato soltanto tre mesi all'anno (nel periodo delle olive, oro per questo territorio), che potrebbe dare riparo e ristoro a persone che lavorano le nostre terre". (set)

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