Rifugiati, l’accoglienza in famiglia pronta a partire anche a Ferrara
FERRARA - “Vesta. Rifugiati in famiglia” sbarca a Ferrara. Il progetto della cooperativa Camelot che prevede l’accoglienza di rifugiati neomaggiorenni in famiglia, è pronto a partire, dopo Bologna, anche nella città estense. “Abbiamo ottenuto l’approvazione ministeriale per 7 posti – spiega la cooperativa –. Sul nostro sito abbiamo ricevuto già numerose candidature spontanee, singoli, coppie, famiglie. Ora si passa agli step successivi: il colloquio e il percorso di formazione. Chi sarà ritenuto idoneo, come sempre dovrà partecipare a 5 incontri con il nostro staff, al termine dei quali si valuterà reciprocamente la possibilità di avviare l’ospitalità. Vorremmo partire in autunno”. Come a Bologna, anche a Ferrara le accoglienze tramite Vesta rientreranno nei percorsi Sprar in capo alle amministrazioni comunali.
L’obiettivo è bissare il successo di Bologna. Nel capoluogo, Vesta è stato presentato il 18 aprile 2016: il primo percorso di formazione ha coinvolto 19 famiglie, 11 delle quali hanno terminato la formazione e avviato altrettante accoglienze. Dopo il secondo percorso formativo, altri 4 ragazzi sono entrati nelle case. Dopo il terzo, altre accoglienze sono state avviate: a settembre 2017, sono 19 i giovani accolti in famiglia (ma sono in corso nuovi abbinamenti). Da quando Vesta è partito sono complessivamente 28 le accoglienze iniziate, 9 quelle già concluse; 118 le candidature raccolte, 40 le famiglie formate. E questo autunno partirà un nuovo percorso (per candidarsi, www.progettovesta.com).
Un bilancio? Dopo i 9 mesi trascorsi in famiglia (il periodo d’accoglienza va dai 6 ai 9 mesi, ndr), Sadiq ha trovato un lavoro e un alloggio e sta proseguendo la sua esperienza di vita in autonomia. Alhagie ora condivide una stanza in affitto in un appartamento e mantiene ottimi rapporti con Giovanni che l’ha ospitato: pranzano insieme almeno una volta alla settimana e si sentono spesso. Sabiu ha deciso di trasferirsi a Mestre dopo aver trovato un lavoro e mantiene i rapporti con Carla e Michele che l’avevano accolto. Ahmed, concluso il periodo di ospitalità a casa di Elena e Stefano, è stato in grado di trovare una casa in cui trasferirsi. Moussa ora lavora per la cooperativa Camelot che lo ha assunto come mediatore interculturale presso il centro di prima accoglienza di Bologna. Muhammad inizierà uno stage il prossimo anno e Solomon ha affittato una stanza con un amico ghanese. Jospeh, dopo i 9 mesi trascorsi positivamente a casa di Maurizio, condivide un appartamento grazie al lavoro come operaio in una fonderia. Fire continua il suo contratto di apprendistato e divide una stanza con un amico.
La scorsa settimana Vesta è stato presentato al Parlamento Europeo a Strasburgo in occasione dell’evento “L’accoglienza è una questione di cultura. Un racconto di esperienze per una visione europea”. Nel suo intervento, Carlo De Los Rios, amministratore delegato di Camelot, ha sottolineato come, nel primo anno di vita, la piattaforma Vesta sia riuscita a coinvolgere istituzioni, cittadini e operatori professionali. Assieme a lui erano presenti anche Laura Di Salvo e Francesco Malossi, giovane coppia di Bologna che sta portando a termine l’esperienza di accoglienza nella propria casa di Becaye, un ragazzo rifugiato che ora ha trovato lavoro e sta per andare a vivere da solo (“Becaye si relaziona con la vicina molto più di quanto non facciamo noi, e ora è parte del nostro gruppo di amici”, hanno raccontato), e Moussa Molla Salih, rifugiato ospitato per 9 mesi da Antonella e Fabrizio: oggi ha un lavoro e sta portando a termine gli studi superiori. “Mi hanno accolto come uno di famiglia, ora con il mio lavoro di operatore in una struttura di accoglienza spero di poter aiutare altri ragazzi a diventare autonomi e iniziare un nuovo percorso di vita, come è successo a me”, ha detto Moussa.
La nuova avventura di Vesta sarà presentata il 1° ottobre all’interno del Festival di Internazionale a Ferrara: appuntamento alle 11 al Chiostro Piccolo di San Paolo. Carlo De Los Rios parteciperà all’incontro “A casa nostra – quando i profughi sono ospitati in famiglia” insieme con Daniela di Capua, direttrice del servizio centrale Sprar, una famiglia e un ragazzo accolto. Il 30 settembre, invece, Francesco Camisotti, referente dei progetti di accoglienza msna di Camelot, interverrà al seminario “Invisibili – Non è un viaggio, è una fuga. Storie di ragazzi che arrivano soli in Italia” sull’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. (Ambra Notari)