Fondi sociali: tutti i numeri
Altalenanti, spesso con poche risorse, quasi sempre a rischio se nelle casse generali dello Stato qualche conto non dovesse tornare. Sono i fondi sociali, destinati a sostenere politiche di welfare su tutto il territorio nazionale, il più delle volte in cofinanziamento con risorse regionali e locali. In questa scheda teniamo traccia dei principali fondi e del loro andamento negli anni.
Fondo nazionale per le politiche sociali
Istituito con la legge n. 449 del 1997, il Fondo nazionale per le politiche sociali contiene le risorse che lo Stato alloca con la legge di bilancio per il raggiungimento degli obiettivi di politica sociale indicati dalla legge quadro n. 328 del 2000. Si tratta di un fondo destinato alle Regioni e alle Province autonome per lo sviluppo della rete integrata di interventi e servizi sociali. La ripartizione delle risorse avviene con d’accordo con la Conferenza Stato Regioni e una quota del fondo è affidata al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per gli interventi a carattere nazionale. Il fondo ha conosciuto il suo periodo d’oro tra il 2001 e il 2009, quanto le risorse si aggiravano attorno al miliardo e mezzo di euro. Poi il crollo, durante il governo Berlusconi IV, seguito dal minimo storico, nel 2012, con poco più di 43 milioni complessivi durante il governo Monti. Dal 2013, il fondo è tornato a crescere fino alla stabilizzazione con la legge di bilancio 2015 con risorse stabili di circa 300 milioni anni. La legge di bilancio 2019 ha fatto salire il fondo a quota 400 milioni l’anno.
Fondo nazionale per la non autosufficienza
Il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato istituito con la legge finanziaria n. 296 del 2006 e nasce per sostenere l'assistenza socio-sanitaria rivolta a persone con disabilità gravissima e ad anziani non autosufficienti per favorire una dignitosa permanenza presso il proprio domicilio e evitare il rischio di istituzionalizzazione, garantendo, su tutto il territorio nazionale, l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali. Si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle destinate alle persone non autosufficienti da parte delle Regioni e delle autonomie locali. Come succede spesso con i fondi sociali, anche quello per la non autosufficienza ha conosciuto alti e bassi, passando negli anni dai 400 milioni a zero nel 2012, per essere rifinanziato negli anni successivi fino a tornare sopra quota 400 milioni. Come già sottolineato, si tratta di risorse aggiuntive rispetto a quelle stanziate a livello locale, che in alcuni casi sono anche superiori al fondo nazionale.
Fondo per l’infanzia e l’adolescenza
Il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza è stato istituito dalla legge n. 285 del 1997 ed è nato per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell’adolescenza. Il Fondo è destinato alle cosiddette città riservatarie, ovvero le 15 città più grandi o più problematiche in materia di infanzia (ovvero Venezia, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Cagliari). Originariamente il Fondo veniva ripartito in modo diverso: il 70 per cento veniva destinato a regioni e province autonome, mentre ai comuni riservatari veniva affidato soltanto il restante 30 per cento. Successivamente, il fondo è confluito in quello per le politiche sociali diventando senza vincolo di destinazione. La legge finanziaria per il 2007 ne ha ristabilito la ripartizione, questa volta soltanto a favore dei 15 comuni indicati dalla legge istitutiva del fondo. Tradizionalmente pari a 44 milioni di euro (dalla costituzione fino al 2009), il fondo ha visto una continua riduzione negli anni, attestandosi, dal 2015 ad oggi a circa 28 milioni di euro.
Fondo per le politiche della famiglia
Il Fondo per le politiche della famiglia è stato istituito dal decreto legge 223 del 2006 e convertito con modificazioni dalla Legge 248/2006. Le finalità del fondo sono ampie: c’è la promozione di interventi a tutela della famiglia, il supporto dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, il finanziamento di iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro, la sperimentazione di iniziative di abbattimento dei costi dei servizi per le famiglie con quattro o più figli, il sostegno alle adozioni internazionali, l’elaborazione di un Piano nazionale per la famiglia, la riorganizzazione dei consultori familiari e la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari. La normativa prevede che le risorse vengano ripartite con decreto del Ministro delle politiche della famiglia, previa intesa in seno alla Conferenza Unificata. Nel corso degli anni, la dotazione del fondo ha subito un crollo passando da oltre 200 milioni di euro del 2007 ai 2 milioni del 2017. L’ultima legge di bilancio 2019, tuttavia, ha incrementato il fondo di 100 milioni di euro.