Negli ultimi tre anni, le iscrizioni alla scuola dell’obbligo tra i rom che risiedono negli insediamenti di Roma si sono dimezzate. La denuncia dell’associazione 21 luglio. Nell’anno scolastico 2019-2020 solo 870 iscrizioni, contro le 1.990 di tre anni prima
ROMA - La scolarizzazione dei bambini rom e sinti provenienti dagli insediamenti della Capitale sta diventando un bel problema. Se è vero che è da sempre un tema su cui non sono mai mancate grosse criticità, negli ultimi tre anni la questione sembra stia sfuggendo di mano. A denunciare il crollo delle iscrizioni è il rapporto dell’associazione 21 luglio, presentato martedì 14 gennaio alla Camera dei deputati. Secondo l’associazione, infatti, i dati sulle iscrizioni dei bambini degli insediamenti della capitale sono “drammatici”. “Negli ultimi 3 anni si è assistito a un decremento dei minori rom iscritti del 56%”, denuncia l’associazione. Il rapporto presentato alla Camera, in realtà, traccia un bilancio complessivo sul Piano rom previsto per a capitale dalla giunta Raggi, ma una delle questioni che desta maggiori preoccupazioni è proprio quella della scolarizzazione.
Stando a quanto si legge nel rapporto dal titolo “Dove restano le briciole. I propositi del Piano rom e ciò che rimane negli insediamenti della Capitale”, se nell’anno scolastico 2015-2016 risultavano 1.990 bambini iscritti provenienti dai diversi insediamenti, nell’anno scolastico 2019-2020 il dato è di sole 870 iscrizioni, cioè meno della metà rispetto a tre anni prima. Da considerare c’è anche la diminuzione dei residenti degli insediamenti oggetto della ricerca: nel 2019, secondo la 21 luglio, sono 3.288 i residenti negli insediamenti, rispetto ai 4.533 del 2017, con una variazione del 27 per cento, cioè 1.245 unità.
Tuttavia, stando anche agli ultimi dati del Viminale pubblicati a settembre 2019, la presenza di minorenni nei campi della capitale (tra autorizzati e tollerati) non raggiunge la metà dei residenti censiti, per cui la diminuzione di residenti negli insediamenti oggetto di studio ha influito solo in parte alla generale diminuzione delle iscrizioni. “Considerando che nella maggior parte dei casi le iscrizioni scolastiche negli insediamenti rom avvengono in modo autonomo da parte delle famiglie o attraverso l’ausilio di sportelli di associazioni del terzo settore - si legge nel rapporto - il dato nel complesso risulta essere estremamente negativo”.
Eppure il piano dell’amministrazione capitolina prevedeva delle azioni sul tema scolarizzazione, come spiega il rapporto della 21 luglio. “I 10 presupposti strategici da adottare per favorire e migliorare i livelli di scolarizzazione dei minori rom non si sono tradotti in azioni concrete - si legge nel rapporto - e non hanno avviato dei processi inclusivi atti al miglioramento della situazione complessiva e alla tutela dei minori che abitano negli insediamenti rom”. Nel grafico il confronto delle iscrizioni alla scuola dell’obbligo per i diversi insediamenti della capitale.