21 febbraio 2022 ore: 15:32
Non profit

Senza dimora, "ecco perché manifestiamo a Termini"

di Francesco Conte*
La manifestazione di sabato non è stata un evento per divertirci. Non è stato un modo di acchiappare like. Abbiamo chiesto rispetto per chi vive in stazione. E ora siamo pronti a parlare con tutti associazioni e istituzioni
Francesco Conte

Francesco Conte

La manifestazione di sabato non è stata un evento per divertirci. Non è stato un modo di acchiappare like, se volessimo fare quello, posteremmo continuamente foto di senzatetto, lucrando sulla pornografia del dolore spesso in voga tra i media in visita a Termini. Non facciamo quello, anzi, rifiutiamo di far filmare e intervistare le persone durante le nostre grandi cene della domenica. Nostre di chi? Il gruppo che serve le cene è vasto e variegato: ci sono professionisti italiani e stranieri, studenti e attivisti, ognuno con la propria formazione. A differenza di altre organizzazioni, noi non siamo a Termini solo per dare panini e coperte (che comunque sarebbero gettate via da Ama alla prima occasione), ma per costruire relazioni. Per questo mi spiace leggere critiche dal fondatore di un’associazione certamente di valore come Binario95.

Ogni sera siamo alla stazione, per distribuire pizza e thé, ed è già accaduto varie volte che ci venisse detto che non si poteva fare, quindi certamente essere fermati e identificati non è un caso isolato. D’altronde a me, come giornalista, è successo diverse volte di venire fermato perchè non potevo filmare, ma non è una tragedia, non avendo nulla da nascondere, mi sono sempre solo limitato a chiedere: “Perché non si può filmare?” “Perché uno spazio privato”. Ecco, a me non sembra che una stazione si possa chiamare uno spazio privato tout court. E comunque i negozi piacciono anche ai senzatetto, anche a molti di loro piace vedere la gente felice che passeggia, e magari lascia loro qualche spiccio o una chiacchiera. Stare in stazione, per le persone fragili e sole, vuole dire sentirsi ancora un po’ parte della società. Noi ci battiamo per quello, non per proteggere il diritto di sdraiarsi su un marciapiede

Sabato c’erano persone di tutti i tipi, criticare una manifestazione del genere senza esserci stati, si commenta da solo. Se ora stiamo parlando di questo, se dei parlamentari si sono fatti due domande, se i media finalmente si interrogano su quello che sta succedendo, lo dobbiamo anche a questa manifestazione. Per cui il ringraziamento è forte a chi ha aderito da subito, senza pregresse alleanze o amicizie. Si chiama città solidale, e noi ne facciamo orgogliosamente parte, con Casetta Rossa, Nonna Roma, Akkittate e tutte le altre organizzazioni e individui che hanno partecipato sabato. Quando si parla di bisogno di razionalità e di maturità, cosa si vuole inferire esattamente? Che le persone, le famiglie che hanno partecipato sabato, non avessero nulla di meglio da fare che andare in stazione? Che battersi per i diritti di chi è dimenticato da tutti è irrazionale? Se è così, siamo fieri di esserlo. Abbiamo già visto fin troppe persone morire a Termini, lasciate spegnersi poco a poco, con buona pace degli appelli e speranze delle istituzioni. 

La manifestazione chiedeva rispetto del diritto di accesso a un luogo aperto al pubblico come la stazione. Stiamo evidentemente andando verso una stazione con barriere d’accesso sempre più marcate contro chi non ha i soldi per consumare. E potete stare certi, che ci sarà sempre qualcuno/a di noi pronto a contravvenire a una regola illegittima, perchè i diritti umani sono il vero decoro, non un marciapiede bagnato. In ultimo, chiamare la pratica dell’acqua davanti alla stazione “pulizia” è un chiaro understatement. L’acqua viene gettata per terra per non far dormire le persone. Vogliamo che qualcuno si assuma la responsabilità di questa scelta, chiamandola per quello che è: “pulizia dai poveri”.

 Siamo pronti a parlare con tutti e tutte le organizzazioni e istituzioni. Abbiamo accesso a storie drammatiche, ne conosciamo i dettagli, seguiamo direttamente persone fuori dalla società, non intercettate da altre organizzazioni più radicate di noi. Se qualcuno vorrà aiutarci ad aiutare, noi ci siamo, senza polemica. Se invece saremo trattati come un gruppo di fanatici senza nulla da fare, vorrà dire che alla prossima tragedia in stazione qualcuno avrà un peso di più sul cuore. Non averci aiutato, perchè più di così non si poteva fare. Si può sempre fare più di così, anche perchè oggi come oggi, siamo messi molto male.

*Francesco Conte è l' ideatore di Termini tv e membro di Mama Termini


https://termini.tv

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