26 aprile 2024 ore: 11:55
Welfare

Educatore Professionale: dividi e impera!

Una riflessione sulla figura dell'educatore professionale e su quella che, dopo gli ultimi interventi legislativi, l'autore ritiene essere una “insensata” divisione in due profili o qualifiche (socio sanitario e socio pedagogico), ognuno con i rispettivi Albi e Ordini professionali. Un appello per ricondurre ad unità il profilo professionale di Francesco Crisafulli*

“Dividi et impera” è un motto latino, con cui si vuole significare che la divisione, la rivalità, la discordia dei popoli soggetti giova a chi vuol dominarli (Enciclopedia Treccani online). E’ proprio questa la strategia che viene utilizzata da anni sulla pelle del nostro gruppo professionale. L’approvazione in Senato del DdL 788, che istituisce un Albo per la figura dell’Educatore Professionale socio pedagogico e un Ordine delle professioni pedagogiche ed educative, ha sancito questa volontà e produrrà, a mio avviso, più elementi disfunzionali che soluzioni.

L’approvazione del provvedimento, ha dato voce a diverse organizzazioni di rappresentanza, favorevoli e contrarie al provvedimento, alimentando un dibattito molto interessante. Leggo un gran fervore nel rivendicare la paternità della norma e una scarsa critica nel comprendere quali conseguenze questa separazione porterà nei Servizi e alle persone fragili e vulnerabili.

Breve cronistoria dei passaggi legislativi che determinano la divisione della figura dell’Educatore Professionale.

  • 1984 - il Ministero della Salute identifica la figura dell’Educatore Professionale

  • anni ‘80 e ‘90 convivono percorsi formativi regionali (ex USL o della formazione professionale) e universitari (ex scuole dirette a fini speciali o corsi universitari ex Facoltà di Magistero denominati, tra gli altri, Educatore Professionale extrascolastico)

  • 1998 - Il Ministero della Salute ridefinisce la figura dell’Educatore Professionale

  • 2000 - il Ministero dell’Università con il Decreto del 4 agosto, definisce le classi di laurea tra le quali la XVIII “Scienze dell’Educazione e della formazione”

  • 2001 - il Ministero dell’Università con il Decreto del 2 aprile definisce le classi dei corsi di laurea per le professioni sanitarie … della riabilitazione, … nell'ambito della professione sanitaria dell'educatore professionale

  • 2018 - il Parlamento con la Legge 3 dell’11 gennaio, avvia l’iter per la costituzione dell’Albo della professione sanitaria di educatore professionale all’interno dell’Ordine TSRM-PSTRP

  • 2018 - il Parlamento con la Legge di Bilancio per il 2019, introduce nell’Ordinamento la differenziazione tra le figure dell’Educatore Professionale socio pedagogico e socio sanitario

  • 2024 - il Parlamento con il DdL 788 istituisce l’Albo per l’Educatore Professionale socio pedagogico all’interno dell’Ordine delle professioni pedagogiche ed educative

Azioni e reazioni politiche ed esecutive che attraverso provvedimenti legislativi, in parte frutto di automatismi ed in parte di azioni determinate, fanno sì che oggi in Italia ci sia una “insensata” divisione della figura di EP in due profili o qualifiche, ognuno con i rispettivi Albi e Ordini professionali.

A governare questo processo non è stato il corpo professionale o la ragionevole istanza di integrazione sociosanitaria insita nei problemi delle persone fragili e svantaggiate che questo professionista si trova quotidianamente a supportare, bensì altre logiche esercitate sul Parlamento e sulla politica. Logiche di conservazione delle proprie organizzazioni, del primato epistemologico delle discipline di riferimento giocato tra le scienze umanistiche e quelle della salute, o della speculazione nel tenere diviso e fragile questo profilo professionale per non affrontare seriamente i problemi dei servizi di welfare e/o dei sistemi sociosanitari in cui questa professione opera. Divisione e separazione che fa rabbia perché specula sui professionisti. Divisione e separazione che inquieta per la miopia della politica, troppo spesso attenta a obiettivi di corto respiro.

In informatica (Treccani online) la locuzione “dividi et impera" indica invece una metodologia per risolvere problemi: il problema viene diviso in sottoproblemi più semplici e si continua fino a ottenere problemi facilmente risolvibili; combinando le soluzioni ottenute si risolve il problema originario. Questa, in qualche modo, è la tesi che sento circolare in questi giorni: “ad armi pari” (locuzione orrenda se pensiamo ai fatti inquietanti del panorama internazionale) si riuscirà a ricomporre la separazione, sostengono alcuni. A mio avviso l’obiettivo è invece quello di separare, alimentare le divisioni, tenere debole il profilo per non affrontare organicamente le istanze che questa figura chiede e porta alla Società.

Ma esiste nel Paese un altro pensiero che vuole tenere unita la Professione nella convinzione che solo in questo modo si possa dare maggiore forza alla funzione sociale che questa esercita. Sono diverse le istanze che in questi giorni si sono levate in tal senso. Una di queste, l’Appello per le Educatrici e gli Educatori Professionali” - petizione attiva dal 1° aprile scorso sulla piattaforma change.org e lanciata da una iniziativa libera e indipendente intorno all’osservatorio bolognese del sito www.educatoreprofessionale.it - ha raccolto fino ad oggi circa 3 mila firme. A sottoscrivere la petizione è un gruppo trasversale di professionisti che non si identifica in questa divisione e che vuole ricondurre ad unità il profilo professionale.

Il diritto di petizione esiste in moltissimi ordinamenti e risente di uno sviluppo plurisecolare di istanze originariamente rivolte alla pubblica autorità per ottenere giustizia o particolari provvedimenti. "Public Petition": un mezzo partecipativo nei confronti delle assemblee politico-rappresentative. Negli ordinamenti contemporanei, è prevalsa la ragion d'essere del diritto di petizione imperniata sull'esigenza di mantenere la relazione tra la comunità e il potere politico, in particolare il Parlamento, attraverso un canale "aperto" e costante di comunicazione. Ciò, al fine di sottoporre al Legislatore istanze e sollecitazioni che avrebbero potuto trovare spazio nell'esercizio delle funzioni proprie delle Assemblee legislative. (Servizio Studi Senato, 2019)

L’unanimità dei gruppi del Senato che ha approvato il DdL 788, ha pensato alle conseguenze di questa separazione dell’Educatore Professionale? Esiste in Italia una forza parlamentare che voglia prendere in esame questa istanza di riunificazione? Una piattaforma per l’integrazione della figura dell’Educatore Professionale esiste già. Si tratta solamente di trasformarla in un nuovo Progetto di Legge che non potrà prescindere dal coinvolgimento dei professionisti.

 

* Francesco Crisafulli, Educatore Professionale, autore e formatore

 

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