14 marzo 2024 ore: 11:13
Società

eQua 2024. Sguardi differenti sfidano il capitalismo

di Celeste Grossi, delegata Politiche di genere di Arci nazionale
La terza edizione dell’incontro nazionale sulle disuguaglianze promosso dall’Arci invita al confronto sui problemi legati alle disuguaglianze di genere, da quelle legate al lavoro povero fino alla situazione della sanità pubblica
equa arci 2024
Per la terza edizione di eQua, l’incontro nazionale sulle disuguaglianze, promosso e organizzato dall’Arci dal 14 al 16 marzo a Milano,  “Che genere di mondo? Sguardi differenti sfidano il capitalismo”, abbiamo scelto di focalizzare l’attenzione sulle disuguaglianze di genere per portare uno sguardo diverso su molte delle emergenze sociali, economiche, ambientali e culturali del momento e sulle prospettive di cambiamento. 

È uno sguardo necessario e urgente in un mondo costruito su un modello “maschile”, organizzato su rapporti di forza, violenti e senza futuro e su un sistema economico e sociale basato sul profitto invece che sulla cura delle persone e del pianeta.

È uno sguardo necessario e urgente perché le disuguaglianze crescono nel mondo e anche in Italia. E ancor di più crescono le disuguaglianze di genere. 

La riflessione dell’Arci sugli effetti nefasti della società patrarical-capitalista era già avviata da tempo ma è come se tutte e tutti ci fossimo improvvisamente resi conto che non c’è più tempo per rimandare una lotta che parte proprio dallo sguardo differente delle donne.

Nelle scorse due edizioni - la prima nel 2022 a Bergamo, subito dopo la pandemia e a ridosso dell’inizio della guerra in Ucraina, la seconda a Cremona nel 2023 - abbiamo provato ad approfondire i temi legati all’aumento delle povertà e a ragionare su possibili risposte, partendo dall’esperienza della nostra rete associativa e dalle progettualità più interessanti in campo mutualistico e sociale. 

Non lo abbiamo fatto da soli e non lo faremo da soli nel 2024 a Milano, perché sappiamo quanto sia importante costruire alleanze e reti larghe che spesso parlano linguaggi diversi e che, proprio per questo, arricchiscono l’elaborazione collettiva. 

Ci confronteremo sui problemi legati alle disuguaglianze di genere partendo da quelle legate al lavoro povero e alla violenza economica, passando dalla situazione della sanità pubblica, dalla salute di genere e dal sistema distorto di cura, dalle città a misura di maschio, sempre meno vivibili, dalle storture di un sistema della pena che fa delle nostre carceri luoghi di disperazione e di negazione dei diritti fondamentali.

Offriremo le nostre elaborazioni a chiunque abbia la sensibilità di navigare in mare aperto, sfidando le onde alte di questi tempi difficili, per costruire un altro “genere di mondo”.

Sulla tessera dell’Arci c’è scritto “cura è rivoluzione”. Per noi non è solo un motto siamo convinti che la trasformazione dell’esistente veda la cura, secondo l’approccio femminista e transfemminista, come antidoto alla società del profitto, all’impoverimento delle relazioni, alla distruzione del pianeta e anche alla crescita delle disuguaglianze.
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