eQua 2024. Sguardi differenti sfidano il capitalismo
È uno sguardo necessario e urgente in un mondo costruito su un modello “maschile”, organizzato su rapporti di forza, violenti e senza futuro e su un sistema economico e sociale basato sul profitto invece che sulla cura delle persone e del pianeta.
È uno sguardo necessario e urgente perché le disuguaglianze crescono nel mondo e anche in Italia. E ancor di più crescono le disuguaglianze di genere.
La riflessione dell’Arci sugli effetti nefasti della società patrarical-capitalista era già avviata da tempo ma è come se tutte e tutti ci fossimo improvvisamente resi conto che non c’è più tempo per rimandare una lotta che parte proprio dallo sguardo differente delle donne.
Nelle scorse due edizioni - la prima nel 2022 a Bergamo, subito dopo la pandemia e a ridosso dell’inizio della guerra in Ucraina, la seconda a Cremona nel 2023 - abbiamo provato ad approfondire i temi legati all’aumento delle povertà e a ragionare su possibili risposte, partendo dall’esperienza della nostra rete associativa e dalle progettualità più interessanti in campo mutualistico e sociale.
Non lo abbiamo fatto da soli e non lo faremo da soli nel 2024 a Milano, perché sappiamo quanto sia importante costruire alleanze e reti larghe che spesso parlano linguaggi diversi e che, proprio per questo, arricchiscono l’elaborazione collettiva.
Ci confronteremo sui problemi legati alle disuguaglianze di genere partendo da quelle legate al lavoro povero e alla violenza economica, passando dalla situazione della sanità pubblica, dalla salute di genere e dal sistema distorto di cura, dalle città a misura di maschio, sempre meno vivibili, dalle storture di un sistema della pena che fa delle nostre carceri luoghi di disperazione e di negazione dei diritti fondamentali.
Offriremo le nostre elaborazioni a chiunque abbia la sensibilità di navigare in mare aperto, sfidando le onde alte di questi tempi difficili, per costruire un altro “genere di mondo”.
Sulla tessera dell’Arci c’è scritto “cura è rivoluzione”. Per noi non è solo un motto siamo convinti che la trasformazione dell’esistente veda la cura, secondo l’approccio femminista e transfemminista, come antidoto alla società del profitto, all’impoverimento delle relazioni, alla distruzione del pianeta e anche alla crescita delle disuguaglianze.