"Non toglieteci gli educatori", l’appello dei ragazzi disabili contro i tagli
PARMA - “Non toglieteci gli educatori”. È il coro di voci dei ragazzi disabili di Parma che rischiano di non avere più nessuno in grado di seguirli durante le ore di lezione a scuola e nei centri estivi. Continua la protesta contro i tagli voluti dall’Amministrazione comunale sull’integrazione scolastica. Questa volta però a dire la loro ci hanno pensato gli stessi ragazzi. Le famiglie hanno chiesto loro di scrivere delle frasi in cui spiegassero quanto per loro fosse importante avere una persona accanto durante il giorno. In grado di aiutarli non solo a fare i compiti e seguire le lezioni, ma anche a interagire e vivere le ore di scuola con più serenità. In un post pubblico sulla pagina Facebook del comitato “Genitori infuriati”, le mamme degli studenti disabili hanno condiviso le parole e le impressioni dei loro figli. “L’educatore per me è indispensabile, mi aiuta in tutto”, dice Francesco, 11 anni. “Avere l'educatore per me vuol dire poter studiare – dice invece Erica – e poter stare insieme agli altri miei compagni”. “Gli educatori fanno girare la vita dei disabili”, scrive Bruno 17 anni. “Io non voglio che li mandino via, dopo come faccio a fare come gli altri?”, dice Davide 16 anni . “Grazie al mio educatore – dice Valentina, 15 anni – mi sento bene in classe”.
In attesa di avere risposte chiare su quale destino attende i 160 educatori e se il servizio esisterà ancora o, come sembra, verrà cancellato. Il comitato “Genitori infuriati” ha organizzato una manifestazione per il 31 gennaio. “Per ora abbiamo avuto circa 450 adesioni, tra associazioni locali, sindacati, studenti e cittadini – spiega Sabrina Bertilli, portavoce del comitato –. Siamo convinti di portare in piazza più di mille persone, perché qui è in gioco non solo il servizio per i disabili ma l’intero welfare”.
L’intento è quello d'arrivare a un incontro con l’Amministrazione e capire quale destino attende questi ragazzi. Per ora di certo c’è solo la sospensione del bando che avrebbe dovuto assegnare la gestione del servizio per i prossimi due anni. Per gli educatori impegnati in questo compito i fondi a disposizione consentirebbero di arrivare alla fine giugno, con orario ridotto. “Dopo non si sa che cosa succede – continua Bertilli – non abbiamo capito ancora quali sono le loro intenzioni. Una volta dichiarano una cosa e poi si smentiscono. Per questo non smetteremo di protestare fino a che il sindaco non ci riceverà”. È di pochi giorni fa la diffida firmata dall’Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva), dall’Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili) e dall’Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) al sindaco Federico Pizzarotti e agli assessori alla Scuola, Nicoletta Paci e al Welfare, Laura Rossi. Da parte sua il Comune si difende imputando la necessità di ridurre i fondi al welfare alla legge di stabilità che ha ridotto i trasferimenti da parte dello Stato agli enti locali. (Dino Collazzo)