24 giugno 2013 ore: 14:57
Immigrazione

All’estero non solo “cervelli in fuga”. Con la crisi in aumento le partenze dal Nord Italia

I dati del rapporto “Italiani nel mondo 2013” di fondazione Migrantes. Il 52 per cento dei residenti all’estero è partito dalle regioni del Sud ma con la crisi torna il protagonismo del Settentrione. Scelgono di emigrare in maggioranza uomini di trent’anni

ROMA - Hanno in media 34 anni e sono in maggioranza uomini, ma non si tratta solo di “cervelli in fuga”. Sono in aumento gli italiani che scelgono di emigrare all’estero con storie e situazioni personali molto diverse. Lo sottolinea la Fondazione Migrantes nel suo “Rapporto italiani nel mondo 2013” che sarà presentato in autunno. 

Nel 2011 numero record di partenze, sono 50mila. Nel 2011 50mila partenze, il numero più alto dal 2000. Il rapporto sottolinea che da gli ultimi dati Istat relativi alle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche da e per l’estero nel 2011 i rimpatri sono stati 385.793 di cui 354.327 hanno riguardato gli stranieri, mentre gli espatri sono stati, in totale, 82.461 e, di questi, 32.404 hanno avuto come protagonisti gli stranieri. Nel solo anno 2011, quindi, sono tornati dall’estero 31.466 (+3.274 rispetto al 2010) italiani a fronte di 50.057 partenze (+10.512 rispetto al 2010). Il numero degli espatri è il più alto registrato dal 2000.

34 anni, uomo: l’identikit dell’emigrante. Gli italiani emigrati per l’estero hanno in media 34 anni e sono uomini nel 53,1 per cento dei casi. Tra coloro che sono rimpatriati, invece, prevalgono le donne (51,9 per cento) con un’età media di 36 anni e mezzo. Sul fronte delle cancellazioni per l’estero, i dati del 2011 testimoniano una maggiore propensione allo spostamento delle regioni del Centro-Nord a partire dalla Lombardia (9.717) che è seguita, nell’ordine, dal Lazio (4.843), dal Veneto (4.596) e dalla Sicilia (4.566).

Monsignor Perego: “Situazione complessa, non sono solo cervelli in fuga”. Dall’Italia dunque non solo si emigra ancora, ma si registra un aumento nelle partenze. “Una serie di dati così articolata costituisce un invito a superare le letture banali, che limitano gli emigrati italiani ai soli cervelli in fuga – sottolinea monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes - e a prendere in considerazione la molteplicità di storie, di vissuti e di condizioni, che nel loro insieme costituiscono una tra le più significative espressioni della dimensione globale del mondo odierno”. Le comunità di cittadini italiani all’estero numericamente più incisive continuano ad essere quella argentina (691.481), quella tedesca (651.852), quella svizzera (558.545), la francese (373.145) e la brasiliana (316.699) per restare alle nazioni che accolgono collettività al di so-pra delle 300 mila unità. A seguire, il Belgio (254.741), gli Stati Uniti (223.429) e il Regno Unito (209.720).

 

Sicilia prima regione per emigranti, ma la crisi spinge a partire anche dal Nord. Il 52,8 per cento (quasi 2 milioni e 300 mila) degli italiani residenti all’estero all’inizio del 2013 è partito dal Meridione, il 32 per cento (circa 1 milione 390 mila) dal Nord e il 15 per cento dal Centro Italia (poco più di 662 mila). La Sicilia, con 687.394 residenti, è la prima regione di origine degli italiani residenti fuori dalla Penisola seguita dalla Campania, dal Lazio, dalla Calabria, dalla Lombardia, dalla Puglia e dal Veneto. Il confronto del biennio 2012-2013 fa emergere la particolare dinamicità che, nell’ultimo anno, ha caratterizzato in particolare la Lombardia (+17.573), il Veneto (+14.195) e, solo successivamente, la Sicilia (+12.822). Si assiste a un ritorno del protagonismo del Nord Italia come territori di partenza a discapito delle regioni del Sud, dove probabilmente la crisi da fattore di spinta si è trasformata in causa di impedimento allo spostamento. Il Settentrione, invece, nonostante la recessione economica, si caratterizza per essere attualmente un’area particolarmente interessata dagli spostamenti verso l’estero. L’analisi delle presenze all’estero per origine provinciale evidenzia la preminenza delle regioni del Sud Italia. Ad esclusione di Roma, prima in graduatoria con più di 298 mila residenti, seguono soprattutto province siciliane e campane. In particolare nella graduatoria delle prime 10 province si susseguono Cosenza (152.403), Agrigento (152.403), Salerno (119.095), Napoli (113.787), Catania (108.413), Palermo (107.658) e Avellino (102.230). In nona posizione si trova Milano (98.583) e, a chiudere, vi è Potenza (95.653). Roma e Milano, rispettivamente con +8.838 e +5.794 unità, sono le province che hanno registrato gli aumenti più consistenti dal 2012 al 2013. Seguono Cosenza (+4.802) e Torino (+4.132). A livello generale considerando i comuni con il numero maggiore di iscritti all’Aire Roma, con 274.249 iscrizioni, apre l’elenco seguita da altre 7 “grandi” città italiane – Milano, Napoli, To-rino, Genova, Palermo, Trieste, Catania – anche se con numeri molto distanziati dalla Capitale di Italia. A seguire il primo “piccolo” comune, Licata, l’unico non capoluogo tra i primi dieci.

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