5 dicembre 2014 ore: 16:05
Immigrazione

Arriva "Save Lives": per ogni stato Ue quote prestabilite di richiedenti asilo

Il progetto è stato presentato oggi a Bruxelles da Austria e Germania, e anche l'Italia si è detta favorevole. Ogni paese sceglierà il numero di profughi, che saranno fatti arrivare direttamente dai campi dei paesi di origine attraverso il lavoro dell'Unhcr
Rifugiati. Immigrati africani. Ragazzo con bimbo in braccio

BRUXELLES - Si chiama "Save Lives" (salvare delle vite), è un progetto per stabilire quote di profughi che gli Stati membri Ue accoglieranno facendoli venire direttamente dai paesi terzi attraverso punti di contatto stabiliti dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Questa l’iniziativa presentata dall’Austria e dalla Germania oggi a Bruxelles nel corso del Consiglio Affari Interni, a cui anche l’Italia si è detta favorevole. "Save Lives" si baserà su due pilastri: da un lato aiutare i rifugiati già nei campi profughi, dall’altro facilitare le richieste di asilo per venire in Europa sempre direttamente dai campi.

Il ministro degli interni austriaco, Johanna Mikl-Leitner, all’uscita dell’incontro con i suoi colleghi degli altri ventisette paesi ha dichiarato che il progetto ha riscontrato l’appoggio di molti di loro (sembra si tratti di nove), fra cui degno di nota il sostegno del Regno Unito. “Anche il ministro Alfano, con cui da mesi parliamo di questo progetto, si è detto pronto a partecipare - ha sottolineato la Mikl-Leitner - lo aveva già ribadito all’epoca della sua ultima visita a Vienna”.

Sì, perché il progetto "Save Lives" sarà su base volontaria: gli Stati membri che intenderanno partecipare si prenderanno in carico quote prefissate di rifugiati che sono disposti ad accogliere, e poi saranno gli uffici dell’Unhcr a gestire le richieste direttamente nei paesi d’origine o di partenza.
Il commissario per l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha accolto con favore la proposta austriaco-tedesca e si è impegnato a presentare un progetto pilota a livello europeo nel prossimo consiglio Affari Interni, il primo dopo la fine della presidenza italiana. La ministra austriaca ha anche registrato passi avanti per quanto riguarda la riforma del sistema Eurodac per una più uniforme procedura di identificazione dei migranti irregolari tramite impronte digitali, anche se, a suo dire, ancora ci sono delle differenze sostanziali fra paese e paese.

L’incontro dei ventotto ministri era cominciato con le parole del ministro Alfano sui diciassette migranti morti ieri nelle acque davanti a Lampedusa: “Piangiamo queste vittime ma allo stesso tempo ribadiamo che il contrasto ai mercanti di morte è la cosa più importante”, ha detto il ministro al suo arrivo a Bruxelles. Poi, sul passaggio da Mare Nostrum a Triton, Alfano ha dichiarato: “Mare nostrum è costato all’Italia 114 milioni di Euro, Triton invece è un’operazione europea a costo zero per il nostro paese. Ora siamo nei tre mesi di phasing out di mare nostrum, quindi l’intervento della scorsa notte per soccorrere il gommone in cui sono morti i migranti è stato ancora compito della marina italiana”. Ma Alfano ha sottolineato come l’area di intervento, questa volta, si sia limitata alla frontiera Schengen, come previsto dalla nuova operazione Triton.
E su Mare Nostrum si è espresso molto duramente l’omologo di Alfano in Germania, Thomas De-Maziere, che ha definito l’operazione italiana “un ponte per l’arrivo di più immigrati irregolari in Europa”. (Maurizio Molinari)

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