25 febbraio 2015 ore: 13:19
Disabilità

La strana alleanza tra l’anziana Maria e Gioele, l’autistico non geniale

Non rientra nel tanto battuto filone che identifica doti particolari a chi ha disturbi dello spettro autistico, il volume “A testa in giù” di Elena Mearini, selezionato per il Campiello 2015. Storia poetica di due persone “espulse” dal mondo contemporaneo
A testa in giù - copertina

La copertina del libro

Gioele vive in un istituto dove ogni giorno è costretto a sottoporsi all’odiato rituale di essere lavato con un bagnoschiuma al profumo di pino silvestre, che odia strenuamente. Sottoposto alla gelida volontà di quanti, medici e infermieri, sostengono di fare tutto per il suo bene, utilizzando pasticche dai nomi allarmanti, punizioni a scopo terapeutico e attività riabilitative dall’esito fallimentare. Gioele, un ragazzo autistico ad alto funzionamento, è il protagonista di “A testa in giù” (Morellini editore 2015), romanzo di Elena Mearini, scrittrice da sempre alle prese con marginalità e disagio per via della sua esperienza all’interno di una compagnia teatrale che lavora in carcere e nelle comunità.

Confinato in una dimensione “altra” dal suo sentire “diverso” e dall’assenza di parola, Gioele riesce però a stabilire un intenso e fortuito canale di comunicazione con Maria, l’anziana protagonista femminile, che con lui condivide la difficoltà di stare al passo con un mondo dalle regole incomprensibili. “Il romanzo è nato dalla mia voglia di raccontare un mondo che in pochi conoscono – spiega l’autrice – Da anni tengo corsi di scrittura rivolti a persone con disturbi mentali. Con l’aiuto di alcuni psichiatri insegno a ragazzi e ragazze a liberare ciò che hanno dentro e a farlo attraverso le parole. Sono convinta che mettere i propri sentimenti su un foglio permetta a chiunque di vivere meglio”.

Attraverso un viaggio visionario, che i due protagonisti intraprendono per le strade della Lombardia, a bordo di uno strambo maggiolone giallo, Gioele e Maria riescono a riconciliarsi con un passato le cui ferite ancora bruciano e con un presente che li ha definitivamente espulsi. “Il personaggio di Maria è ispirato a mia nonna, che mi ha cresciuto con le sue storie e la sua voglia di conoscere e scoprire – continua Mearini – Una donna che non si è mai arresa e che nella sua semplicità è stata in grado di infondermi l’amore per la vita”. È Maria ad accompagnare Gioele nel suo viaggio di liberazione e di scoperta del mondo. “Maria e Gioele sono due anime curiose, appassionate dall’unicità di ogni manifestazione di vita. E l’unicità è proprio una tra le parole chiave che mi hanno spinto a raccontare questa storia – afferma l’autrice – Ognuno di noi è unico e diverso, e tanto più la diversità si propone in maniera libera e spontanea, tanto più l’unicità ne guadagna in fatto di irripetibilità”.


Poetico, aggraziato, suggestivo questo volume piacerà a quanti si interrogano quotidianamente
sulla natura inafferrabile di una condizione come l’autismo. Una “malattia” che mai come oggi gode di interesse e simpatia da parte dell’opinione pubblica. Ma solo a patto di rispondere a determinati quanto non troppo frequenti requisiti: chi ne è portatore deve distinguersi per doti, capacità, ingegno. Caratteristiche che Gioele non possiede o per lo meno non mostra di possedere. Mentre a incantare il lettore è il candore estremo, con cui avverte e subisce il mondo intorno, a partire dal gelo asettico dell’istituto, il grande assente della pur cospicua letteratura sulla disabilità degli ultimi anni.

Pubblicato da Morellini editore, che quest’anno festeggia il decennale, “A testa in giù” di Elena Mearini è stato selezionato per il Premio Campiello 2015. Il libro sarà presentato il 26 febbraio alle 18 alla Libreria Ubik Irnerio di Bologna (via Irnerio, 27) da Francesca Bonafini e Alessandro Berselli. (Antonella Patete – Dino Collazzo)

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