Non autosufficienza, sulle famiglie grava il 45% della spesa
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PADOVA - Ogni anno 1,3 miliardi di euro vengono spesi dalle famiglie venete per la non autosufficienza. È quasi la metà (il 45 per cento) dei 2,9 miliardi totali. Il resto, 1,6 miliardi, lo spende il pubblico. A fare i conti del “peso” che grava sulle famiglie è la Fondazione Emanuela Zancan, che da 50 anni si occupa di ricerca sociale. Dall’indagine emerge che la spesa complessiva per la non autosufficienza vale il 2 per cento circa del Pil regionale. La sola spesa dei privati vale lo 0,9 per cento del Pil. Ma non basta, perché si tratta di cifre molto alte e sottostimate, come avverte il direttore della fondazione, Tiziano Vecchiato, “poiché non considerano alcune voci, come la spesa per l’acquisto di ausili e presidi o quella per la lungodegenza". Nel 2012 in regione si stimavano 207 mila persone con disabilità e le proiezioni per il 2022 parlano di un numero che va da 237 mila a 246 mila (+16%), di cui 205/212 mila anziane.
Entrando nel dettaglio della spesa dei privati, la maggior parte è assorbita dalla voce "assistenti familiari": quasi 33 mila quelle regolari in Veneto nel 2011, che diventano 65 mila o addirittura 99 mila (a seconda delle fonti) considerando il lavoro nero. Considerando la stima prudenziale di 65 mila assistenti familiari, la spesa totale è di circa 790 milioni di euro. Quanto alla spesa pubblica, oltre un terzo è costituita dalle indennità di accompagnamento Inps. A inizio 2013 se ne contavano complessivamente 113mila, per un totale di 675 milioni di euro. Ma il loro numero è destinato ad aumentare nei prossimi anni: i ricercatori della Fondazione Zancan stimano che nel 2022 se ne conteranno all'incirca 127 mila. Considerando i soli anziani, a inizio 2013 si contavano 90 mila indennità per un totale di 541 milioni di euro (l'80 per cento della spesa per indennità). Nel 2010 (ultimo dato disponibile) i comuni veneti hanno speso 285 milioni di euro per garantire servizi sociali e sociali a rilevanza sanitaria a persone disabili (140 milioni, +10 per cento rispetto al 2004) e anziane (145 milioni, +14 per cento). Le persone che ne hanno beneficiato hanno compartecipato con 69 milioni di euro (20 milioni i disabili e 49 milioni le persone anziane).
”Sono segnali inediti che non riguardano solo l'andamento della non autosufficienza ma anche l'economia dell'invecchiamento, da approfondire con maggiore attenzione, visto che già oggi la condizione di non autosufficienza genera molto lavoro di cura e lo farà ancor di più nei prossimi anni – è il commento di Vecchiato, secondo cui “le criticità non riguardano i maggiori bisogni di cure, che sono un fatto fisiologico per la nostra società, ma i deficit di governabilità dell'offerta di aiuto e l'incapacità di gestire in modo positivo i suoi potenziali economici a vantaggio dell'occupazione di welfare”.