23 gennaio 2023 ore: 15:54
Disabilità

Perché è necessario parlare di autismo

di Antonella Patete
Mimmo Pesce firma “Mio figlio è uno sgusciato. Sette parole e 1/2 sull’autismo” (De Agostini). Una riflessione autobiografica fatta dagli occhi di un papà
libro mio figlio è uno sgusciato

Mimmo Pesce è uno dei volti di punta di “Qui studio. A voi stadio”, la trasmissione sul calcio di Telelombardia, dai cui studi segue il suo amato Napoli, circondato da tifosi di altre squadre. Ma Mimmo è anche il papà di Tommi, un ragazzo autistico di 25 anni, che ha stravolto le abitudini di casa. Tommi è nato in quegli anni Novanta, quando se dicevi di avere un figlio autistico tutti pensavano a Rain Man e ti consigliavano di portarlo al casinò. Ma di superpoteri Tommi ne ha altri. E “superpotere” è appunto la prima delle sette parole e mezzo sull’autismo (per scoprire le altre sarà necessario leggere il volume). Tra i superpoteri di Tommi, dunque, vi è la capacità di mangiare da oltre 20 anni ogni giorno un gelato a merenda o di scovare, ovunque si trovi, cassette o dvd della Disney. Ma è veramente così necessario raccontare l’autismo si chiede Elio, anche lui papà di un figlio autistico, nell’introduzione? E la risposta risulta affermativa per il leader dello storico gruppo Elio e le storie tese, per almeno due ragioni: perché le persone interessate sono molte di più di quello che si potrebbe pensare, visto che l’autismo coinvolge tutta la famiglia, e perché, essendo il tasso di incidenza in aumento, ci saranno nel mondo sempre più individui autistici. 

(Recensione tratta dal numero di novembre 2022 di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

Cerca nella sezione libri