Servizi per tutti: l’idea del Csv che ha anticipato la riforma
Il Centro di servizio per il volontariato di Ravenna ha presentato nei giorni scorsi i risultati della sperimentazione “Per gli altri Service”, che ha impegnato tutta la struttura a partire dall’aprile del 2012. Durante un convegno - a cui ha partecipato tra gli altri la vicepresidente della regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini - il presidente di “Per gli altri” padre Carlo Ciccillo ha spiegato anzitutto la genesi del servizio.
Prima della riforma del terzo settore il ruolo dei Csv, in base alla legge 266 del 1991, era quello di sostenere e qualificare solo le organizzazioni di volontariato (Odv). Nulla vietava di stabilire buoni rapporti con altri enti del terzo settore, ma certamente le risorse del centro potevano essere spese solo per i servizi alle Odv.
Nella seconda metà del 2011 gli amministratori di “Per gli altri” si trovarono a gestire un problema riassumibile nei seguenti termini: le organizzazioni di volontariato chiedevano che il servizio di consulenza si estendesse anche alla tenuta della contabilità e alle dichiarazioni fiscali; nello stesso tempo alcune reti di associazioni di promozione sociale (Aps), in primis l’Ancescao, chiedevano che il Csv aprisse i propri servizi anche a loro; a causa del calo delle risorse che i Csv subivano in quegli anni, le Odv rischiavano così di vedersi ridurre fortemente i servizi gratuiti a loro dedicati.
La soluzione fu individuata nel nuovo servizio sperimentale “Per gli altri Service” (oggi diventato attività ordinaria), così articolato: 1) apertura del servizio di tenuta della contabilità e dichiarazioni fiscali per le Odv, a fronte di un rimborso a copertura dei costi del servizio; apertura di tutti i servizi del centro alle Aps della provincia di Ravenna, sempre a fronte del rimborso dei costi del servizio; destinazione degli incassi al mantenimento dei servizi gratuiti al volontariato. Il servizio non partì prima di aver ricevuto il placet dal Co.Ge. regionale.
Nei primi sei anni di attività il numero degli utenti è costantemente cresciuto, dai 18 del primo anno agli attuali 212, di cui un terzo Odv. Alla convenzione con Ancescao ne sono seguite altre, con l’Auser, l’Unpli, la Consulta dello sport di Cervia, l’Anpas. I rimborsi incassati dalle associazioni sono cresciuti di anno in anno, dagli 8 mila euro del 2012 ai 113 mila del 2017, numeri di tutto rispetto per una provincia che non arriva ai 400 mila abitanti. In pratica a Ravenna il calo di risorse dal Fondo speciale per il volontariato è stato compensato dai rimborsi percepiti dalle Aps, fattore che ha consentito di non smantellare la struttura del Csv e di mantenere motivati sulla materia i consulenti esterni.
Il video che ha raccolto la testimonianza di venti utenti del servizio evidenzia due aspetti molto significativi. Dal punto di vista del centro di servizio, lavorare per le Aps ha migliorato e ampliato il servizio di consulenza, a tutto vantaggio anche delle Odv utenti. Dal punto di vista delle associazioni, appoggiarsi alla stessa organizzazione ha favorito molto la nascita di collaborazioni tra enti che prima non si conoscevano nemmeno.
Alla luce del nuovo Codice del terzo settore, che chiede a tutti i Csv di aprire i propri servizi anche alle Aps (oltre che a cooperative sociali, fondazioni ecc.) in maniera strutturale e continuativa, la scelta dei dirigenti ravennati del 2011 si è dunque rivelata particolarmente lungimirante.