Servizio civile, il 2017 segna il passaggio alla riforma in chiave "universale"
ROMA - Il 2017 del servizio civile nazionale continua il trend positivo avviato negli ultimi anni in termini di numeri e ne segna allo stesso tempo il passaggio (quasi) definitivo verso la sua riforma in chiave “universale”. Sarà proprio questa la sfida che toccherà al prossimo Parlamento e Governo: consolidare un sistema che è cresciuto molto quantitativamente, tornando quasi a livelli pre crisi del 2012, e insieme attuare la riforma del servizio civile universale, i cui primi passi si sono avviati quest’anno con l’approvazione e l’entrata in vigore lo scorso 18 aprile del Decreto legislativo n. 40, e con le prime Circolari del Dipartimento, a partire da quella sull’accreditamento dei nuovi enti.
box Il Decreto – ricordiamo - ha inserito, sulla scia di quanto previsto dalla Legge delega 106/2016, una serie di novità rilevanti, a partire da una maggior “flessibilità” dei progetti in termini di durata mensile e settimanale, un’apertura definitiva ai giovani stranieri, la possibilità di un impegno fino a 3 mesi in sedi europee o in attività di tutoraggio “finalizzato alla facilitazione dell'accesso al mercato del lavoro”, ed infine un’attenzione specifica ai giovani con minori opportunità e a nuovi ambiti di attività, come ad esempio l’agricoltura sociale.
All’epoca il Sottosegretario con delega al servizio civile, Luigi Bobba, indicò anche le tre tappe di attuazione della riforma più urgenti: “il nuovo Accreditamento (con l’istituzione dell'Albo unico del Servizio Civile Universale), la Consulta nazionale (in particolare la nomina e il funzionamento) e la predisposizione del Piano triennale con i relativi programmi annuali”. Sulla riforma pendono però ancora oggi due ricorsi alla Corte Costituzionale presentati a maggio dalle Regioni Veneto e Lombardia, in cui si contesta il loro mancato coinvolgimento, che arriverebbe – secondo le due ricorrenti – “a ledere le prerogative e l’autonomia di spesa della Regioni stesse”.
Sul versante dei dati cresce a 53.334 il numero dei posti messi a bando nel 2017, compresi i 1.830 di quello in ambito di Agricoltura Sociale e i 1.298 per quello nelle zone terremotate del centro Italia, con un incremento del 28,9% rispetto allo scorso anno, quando furono 41.375, e del 62,7% rispetto al 2015, quando furono emanati bandi per 32.787 posti. Aumentano nell’anno solare in corso anche i volontari avviati, 44.094 tra cui i primi 111 giovani impegnati come Corpi Civili di Pace, segnando un incremento del 31,5% rispetto al 2016, quando furono 33.534. Siamo però ancora lontani per ora dai “100 mila giovani all’anno” più volte annunciati dal Governo come uno degli obiettivi della riforma del servizio civile.
Che il trend sia generalmente positivo per il servizio civile lo segnala anche un ultimo dato, relativo alla progettazione per il 2018 scaduta lo scorso 30 novembre, con la presentazione da parte degli enti di 6.049 progetti, dei quali 5.918 in Italia e 131 per l’estero, a fronte dei 5.436 complessivi dello scorso anno, con un incremento dell’11,3%.
L’anno che si chiude per il servizio civile è stato significativo anche sul fronte degli incontri istituzionali. Dopo quello con la Presidente della Camera, Laura Boldrini, nel 2015, e quelli con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e poi con papa Francesco, nel 2016, il 25 settembre di quest’anno si è svolto a Roma l’incontro con il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il quale rivolto ai giovani presenti ebbe modo di dire: “Voi siete al servizio della comunitàma servite anche voi stessi, arricchite la vostra vita, la rendete più bella. È un messaggio antico e attuale al tempo stesso: aiutando il prossimo, si aiuta anche se stessi”.
Sulla scia poi di quanto avvenuto anche in Francia con le elezioni presidenziali, nel 2017 è tornato al centro del dibattito politico e giornalistico anche il tema del servizio civile “obbligatorio”. In particolare a maggio è stata la Ministra della Difesa, Roberta Pinotti, durante l’annuale Adunata nazionale degli Alpini, a riaprire la questione ipotizzando una leva “non più solo nelle forze armate ma con un servizio civile che divenga allargato a tutti”. Il 26 maggio al Senato e il 20 luglio alla Camera sono gli esponenti della Lega Nord a presentare due proposte di legge per il “Ripristino del servizio militare e civile obbligatorio in tempo di pace e delega al Governo per la sua attuazione”. La Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile) ribadì subito l’importanza dell’attuazione del Servizio Civile Universale, “su base volontaria”, ma anche diaccogliere “pienamente la sfida della Ministra Pinotti di rendere complementari il servizio civile e quello militare, per una comune difesa della Patria”.
Ma è stato soprattutto il Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, a sviluppare la proposta in chiave elettorale annunciando il 14 ottobre, in occasione dei festeggiamenti per il decennale della nascita del Pd: “Dobbiamo proporre che per lo meno per un mese l'anno, ciascun giovane uomo o giovane donna deve fare un servizio civile obbligatorio". Renzi è tornato poi più volte sulla questione, come ad esempio il 25 novembre, dichiarando: “Tra pochi mesi comincerà la campagna elettorale e la prima proposta del PD non sarà un bonus anche se noi li difendiamo, né un diritto anche se noi li difendiamo e li abbiamo estesi, ma il servizio civile obbligatorio per tutti i ragazzi e le ragazze di questo Paese». “Il Servizio Civile Obbligatorio, propedeutico a quello Universale - spiegò poi l’on. Francesca Bonomo (PD) - sarà strumento concreto con cui i giovani potranno vivere le dinamiche del loro futuro: il rapporto con enti e persone esperte ed impegnate, la necessità di confrontarsi e risolvere problemi pratici, l'importanza di lavorare in gruppo per raggiungere un fine comune”.
Infine nell’anno in cui sono scomparsi due importanti esponenti del mondo del pacifismo e della nonviolenza come il professor Antonio Papisca e Alberto L’Abate, il 13 luglio è partito alla Camera dei Deputati l'esame in sede referente da parte della I Commissione (Affari Costituzionali) e della IV (Difesa) della proposta di legge bipartisan per “l'Istituzione del Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta” (C. 3484). Presentata il 10 dicembre 2015 e frutto del lavoro della Campagna "Un'altra difesa è possibile!" , che raccoglie varie sigle ed associazioni del mondo nonviolento e del servizio civile italiano, e il suo esito è ormai collegato con il termine imminente della XVII Legislatura. (FSp)