Servizio civile obbligatorio? I volontari: "Proposta calata sulla testa dei ragazzi"
Servizio Civile: scritta
ROMA - “In Italia non si smette mai di sorprendersi del fatto che politici, giornalisti, intellettuali e non solo, si sentano autorizzati a dibattere di tutto ciò che riguarda i giovani del nostro Paese, senza avere la buona abitudine di provare a confrontarsi con coloro i quali dovrebbero usufruire o, più spesso, subire le loro decisioni”. L’attacco polemico è della Rappresentanza nazionali dei volontari, che con una nota a firma Antonella Paparella, Edda D’Amico, Yuri Broccoli e Francesco Violi, commenta la proposta di legge della Lega sui Servizio civile obbligatorio. Proposta che, per la rappresentanza, “viene calata sulla testa di milioni di ragazzi italiani (e non solo) senza che ci sia stato alcun tentativo di confronto con coloro che rappresentano i volontari di Servizio Civile”.
I rappresentanti nazionali dei volontari di Servizio Civile, infatti, sottolineano di aver appreso della proposta “dai giornali e da un post su Facebook del segretario della Lega Nord: sorprende che le stesse persone che parlano di restituire voce ai cittadini, dimentichino poi di chiedere ai cittadini stessi cosa ne pensino di un provvedimento che vincolerebbe le loro vite. Anche durante l’iter di riforma della legge sul Terzo Settore, che include il Servizio Civile, nessun tentativo di dialogo e confronto con la Rappresentanza dei volontari è stato intrapreso da parte di chi oggi presenta una proposta di legge con evidenti difetti”.
“Dopo aver letto le opinioni di chiunque abbia sentito la necessità di esprimersi sul tema (giornalisti, intellettuali, politici), senza peraltro avere, anche in questo caso, la bontà di proporre il confronto con i diretti interessati”, la Rappresentanza Nazionale dei volontari sente il dovere di esprimere il proprio punto di vista sull’argomento: “Come più volte dibattuto nelle assemblee democratiche con le delegazioni regionali, l’idea dell’obbligatorietà del Servizio Civile, oltre ad essere impraticabile dal punto di vista economico per il nostro Paese (dove già si fa fatica ogni anno ad avviare al servizio contingenti di giovani decisamente esigui rispetto alla richiesta), implica una forma di coercizione da parte dello Stato nei confronti del cittadino, che si vedrebbe privato dell’autodeterminazione a scegliere e programmare la propria vita: difesa della Patria è anche consentire al cittadino di esprimere al meglio, a 360°, la propria vita e le proprie capacità, nei modi più vari, a vantaggio dello Stato”.
Per la Rappresentanza, “sarebbe molto più utile allo sviluppo democratico della collettività, infatti, che si investisse seriamente in tutte le forme di sviluppo della coscienza dei giovani, come la scuola, l’Università, la ricerca, la cultura, invece di pensare che un anno obbligatorio di servizio possa risolvere i complessi problemi che attanagliano le giovani generazioni italiane”.
E conclude: “Le politiche giovanili sono un percorso a lungo termine, da programmare lungo l‘arco della vita, e non è pensabile che un anno di obblighi sia la soluzione alla mancanza di senso civico e sociale di alcune fasce di popolazione. Si pensi, piuttosto, a un reale investimento economico nelle politiche giovanili, nell’istruzione e nella cultura, anche civica. Inoltre, la proposta di legge, così configurata per il Servizio Civile, potrebbe anche apparire come una forma di lavoro obbligato, vietato dalla legge. Siamo convinti che un ritorno al passato sia inutile e dannoso, anacronistico e inutilmente dispendioso. Chiediamo investimenti seri sulle giovani generazioni e, anche, esempi positivi e civili da parte degli adulti che ricoprono ruoli importanti e istituzionali. Solo così si potranno affrontare i problemi che, a partire dai giovani, stanno danneggiando l’intero Paese”.