Servizio civile, un nuovo decreto del Governo cerca di chiarire il rapporto con le regioni
ROMA - Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha approvato il 22 febbraio, in via preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione della delega prevista dalla legge per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale (legge 6 giugno 2016, n. 106), introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, concernente l’istituzione e la disciplina del servizio civile universale. Il nuovo decreto “mira a rendere più efficaci alcune disposizioni, nonché a migliorare la funzionalità di alcuni organismi operanti nel sistema, quali la Rappresentanza degli operatori volontari e la Consulta nazionale per il servizio civile universale”, come precisa una nota di Palazzo Chigi.
IL D.Lgs. 40/2017, entrato in vigore il 18 aprile 2017, era il primo ad essere stato approvato in ordine di tempo tra quelli previsti dalla legge 106/2016 e quindi anche il primo i cui termini per eventuali modifiche erano in scadenza. Sul Decreto inoltre pendono tutt’oggi due ricorsi alla Corte Costituzionale presentati dalla Regione Veneto e dalla Regione Lombardia nel giugno 2017, la cui prima udienza pubblica è fissata per il prossimo 17 aprile.
Nei due ricorsi si contesta in particolare il mancato coinvolgimento delle Regioni, secondo le quali “nel disciplinare il servizio civile universale lo Stato non solo limita la loro autonomia e poteri, arrivando a invadere ambiti di competenza concorrente, ma soprattutto lede il principio di leale collaborazione tra Stato e autonomie locali, sancito dall’articolo 120 della Carta Costituzionale. La buona pianificazione del servizio civile implica l’assunzione di responsabilità e la partecipazione di diversi livelli di governo, che solo un patto di ‘intesa’ può garantire”.
Anche per questo, nel nuovo Decreto “si riconosce alle Regioni un ruolo più rilevante nella fase di approvazione del Piano triennale e dei Piani annuali, prevedendo che, prima della stessa approvazione, debba essere acquisita l’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano”, spiega il comunicato stampa del Governo. “Inoltre – conclude -, si rendono più chiare le modalità di elezione dei quattro membri della rappresentanza nazionale degli operatori volontari, specificando, tra l’altro, che ogni anno vengono eletti due dei quattro componenti la Rappresentanza nazionale, al fine di evitare il simultaneo rinnovo di tutti i componenti che inciderebbe negativamente sulla funzionalità dell’organismo”. (FSp)