26 novembre 2013 ore: 14:40
Giustizia

Violenza contro le donne: il punto di vista degli aggressori

Claudio Vedovati di Maschile plurale: “Per superare gli stereotipi bisogna partire dalle relazioni. Non bastano le statistiche e l’attenzione mediatica sul fenomeno per darne la misura”
Stalking, uomo segue una donna

boxRoma – In occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere, è stato presentato ieri presso la Casa internazionale delle donne il libro “Il lato oscuro degli uomini - La violenza maschile contro le donne: modelli culturali di intervento”, realizzato a cura di Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini e pubblicato da Ediesse. All’incontro hanno partecipato Vittoria Tola, responsabile dell’Udi nazionale, e Claudio Vedovati dell’associazione Maschile plurale. Un appuntamento per discutere intorno ad un fenomeno multiforme, che attesta il permanere di una disparità nei rapporti tra i sessi, per prendere in considerazione oltre alle vittime ancheil lato degli offenders e censire le differenti esperienze e le strategie di intervento rivolte agli uomini maltrattanti in Italia e all’estero.

“Non è molto lontano – dichiara Vedovati – il periodo in cui gli interventi indirizzati agli offenders erano visti con pregiudizio, come una sorta di requisitoria contro il femminismo. Al contrario, le esperienze di ascolto dimostrano come un approccio multidirezionale sia incoraggiante nell’ottica dei significati. Lo spazio pubblico è piuttosto arretrato e deficitario in questo senso. Inoltre, l’attenzione mediatica rivolta al fenomeno della violenza contro le donne non deve rassicurarci; c’è ancora molta strada da fare per contrastare i tanti casi di prevaricazione maschile sulle donne e la maggiore visibilità e le statistiche non sono sufficienti a dare la misura di una problematica diffusa”. Il nostro paese è rimasto a lungo indietro nell’attivazione di progetti dedicati al trattamento terapeutico degli uomini autori di violenza. Solo da pochi anni hanno cominciato ad affermarsi programmi specifici per uomini violenti.

Nel libro vengono citate le esperienze del progetto di Bergamo (Uomini non più violenti), dei consultori di Bolzano e Rovereto, del Cam (Centro ascolto maltrattanti) di Firenze, dei centri di Genova, Modena e Milano (in quest’ultimo caso si fa riferimento anche alla precedente sperimentazione avviata nel carcere di Bollate). Nel territorio di Roma sono annoverati i programmi a cura dell’onlus Solidea, della cooperativa sociale Be Free e dell’associazione Donna e politiche familiari, mentre a Caserta esiste un centro gestito dalla cooperativa sociale Eva. (Raffaella Sirena)

 

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news

Cerca nella sezione libri