Violenza sulle donne, un libro ricerca “Il lato oscuro degli uomini”
“Il lato oscuro degli uomini. La violenza maschile contro le donne: modelli culturali di intervento”. E’ questo il titolo del libro a cura di Alessandra Bozzoli, Maria Morelli e Maria Grazia Ruggerini.
Il testo è stato presentato, ieri pomeriggio presso l’Archivio storico comunale da Maria Rosa Lotti (Le Onde Onlus) e Carlo Verri (ART. 3 ‘Salvature Rizzuto Adelfio’) con Maria Grazia Ruggerini, ricercatrice e curatrice del testo.
Il volume è la prima ricerca in Italia che censisce le esperienze d’avanguardia rivolte agli uomini violenti nel nostro Paese, nelle carceri e nei centri, in ambito privato e pubblico, offrendo anche un quadro di programmi sviluppatisi a livello internazionale. Nella seconda parte del volume vengono presentate le riflessioni e le proposte di studiosi e studiose afferenti a molteplici discipline e le esperienze di operatrici e operatori con ruoli professionali diversi.
“La ricerca è iniziata dalla consapevolezza che, in Italia ci fosse un grande vuoto rispetto a questo tema – dice Maria Grazia Ruggerini -. Per completare il quadro, infatti, mentre è stato fatto moltissimo a partire dalla centralità delle donne, mancava proprio una parte che riguardasse un altro segmento, quello degli uomini senza smuovere la centralità delle donne in quanto vittime che subiscono la violenza”.
“E’ il primo lavoro che tenta, in Italia, di censire questa situazione – afferma la studiosa -, mettendo a confronto le realtà italiane con quelle estere. Il lavoro punta a favorire un interazione positiva e propositiva tra più realtà che lavorano, a vario titolo sugli uomini, mettendole in relazione con l’impegno dei centri dedicati alle donne. Non pensiamo che questo debba spodestare le azioni che hanno fatto finora i centri di accoglienza in Italia delle donne vittime di violenza ma il problema è quello di lavorare in connessione con queste realtà per l’obiettivo più alto di arginare il fenomeno”.
“Per questo la ricerca è stata oggetto di confronto con due tipi di realtà: quelle che hanno dei centri e che hanno incominciato a fare un lavoro con gli uomini e poi quei filoni di pensiero che in Italia sono ancora poco noti, come ‘Maschile plurale’ che lavorano proprio sulla identità maschile e sulla questione maschile che non è necessariamente soltanto la violenza”.
“In fondo, anche gli ultimi avvenimenti dimostrano che si continua a pensare a una questione maschile come questione risolta mentre probabilmente questo è il vero nodo da sciogliere per evitare il ripetersi di certi atti – continua la curatrice del libro -. Nella ricerca abbiamo rilevato che, circa 18 realtà in Italia, soprattutto concentrate nel centro nord, hanno iniziato a fare delle azioni con gli uomini che hanno compiuto degli atti violenti. Si tratta in qualche misura di ‘azioni di recupero’, oppure bisognerebbe dire, di azioni che tendono ad evitare il ripetersi delle situazioni inquadrate anche in termini di azioni preventive”.
“Naturalmente, per il momento, si tratta, in particolare, di azioni tutte su base volontaria, nel senso che le persone che vi ricorrono, lo fanno per scelta, spinti anche dal problema della situazione drammatica che vivono anche con i figli e con la compagna – sottolinea Ruggerini -. Abbiamo verificato che ci sono anche alcuni interventi all’interno del carcere, in particolare nella casa circondariale di Bollate di Milano dove, dal 2005, si lavora proprio con alcuni autori di violenza grave. E’ sicuramente un lavoro complesso che viene fatto a diversi livelli. L’idea di fondo è che, in molti casi non si parte da realtà patologiche legate all’autore ma soprattutto ci sono situazioni culturali sulle quali bisogna lavorare”.
“Questo è un aspetto molto importante perché contraddice l’idea che, purtroppo la maggior parte dei mass-media ci continua a proporre quando parla di ‘gesto del folle’ oppure di ‘una persona perbene ma che è stata presa da un raptus’ e via dicendo. In genere questi interventi sugli uomini lavorano sui modelli culturali, in gran parte dei casi sbagliati, sulle relazioni uomo donna, sulle dinamiche di potere e soprattutto sulla fragilità maschile. Si tratta, a volte di relazioni in cui si tentano di coprire con atteggiamenti decisamente autoritari e possessivi le fragilità maschili”. (set)