Vulnerabilità e risorse delle persone in carrozzina
Tra i vari volti dell’aggressività nelle relazioni interpersonali, nel razzismo, nella povertà, nei vissuti di bullismo e cyberbullismo, c’è anche il rischio di chiusura e autoisolamento per i gruppi social di chi soffre di malattie croniche o invisibili e c’è pure il volto dello stigma nei confronti delle persone disabili. Sono i temi trattati dal saggio collettivo “Fragilità contemporanee. Fenomenologie della violenza e della vulnerabilità”, a cura di Antonia De Vita, docente di Pedagogia all’Università di Verona, tra cui figura anche una ricerca sulla disabilità motoria. «Quando la mobilità quotidiana è confinata alle possibilità della carrozzina, non sono solo le barriere architettoniche a limitare i movimenti. Sono anche gli sguardi, le voci, le disattenzioni e le troppe, non richieste, attenzioni». Sono quelle che vengono chiamate barriere sociali e culturali, a cui si aggiungono quelle personali ed emotive. A fare da contraltare ci sono i vari tipi di risorse e facilitatori, nonché la resilienza, che ciascuno riesce a mettere in campo per affrontare una determinata condizione fisica: un mix di fattori concreti e psicologici, individuali e non, in grado di ribaltare l’assunto di base. Il volume, edito da Mimesis, fa parte della collana Eterotopie: spazi di riflessione e ricerca su società, filosofia e contemporaneità. (M. T.)
(La recensione è tratta dal numero di maggio di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)