"Formazione in cammino" per i futuri architetti nei luoghi del sisma
ARQUATA DEL TRONTO – Tre ragazzi, studenti di Urbanistica e Architettura, il bisogno di portare la formazione fuori dalle aule universitarie, una linea retta che sulla cartina geografica unisce l’Adriatico al Tirreno o ma che nelle realtà attraversa, tra curve e tornanti, tutto l’Appennino centrale, da San Benedetto del Tronto (Ap) a Roma, e che dalla storia ha preso il nome di Salaria. Un percorso di 16 giorni, a piedi, tra città e borghi -distrutti dal terremoto, che coinvolge 22 altri studenti universitari, provenienti in gran parte dai corsi di laurea in Pianificazione e Architettura di vari atenei italiani, nel “laboratorio itinerante che si propone di leggere, descrivere e interpretare il paesaggio attraverso il cammino”.
Si chiama “ViaSalaria” il progetto che parte oggi ed ed “esplora la visione dal basso sul territorio, ‘tra le cose’, seguendo il movimento lento del pellegrino ed esplorando l’intreccio tra pieni e vuoti che caratterizza il paesaggio antropico e naturale, nei suoi caratteri spesso misteriosi e inconoscibili”.
“ViaSalaria – spiega Guido Benigni, studente della Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno (Unicam), promotore dell’iniziativa insieme a Luca Lazzarini, dottorando in “Urban and Regional Development” (Polito),e Andrea Pesaresi, studente di “Pianificazione e Politiche per la Città, il Territorio e l’Ambiente” (Iuav) - percorrerà la via storica che dall’Adriatico arriva al Tirreno, da San Benedetto del Tronto, estremità orientale della Valle del Tronto, nelle Marche, fino alla foce del Tevere, a Ostia, in Lazio. Risalendo il corso del fiume, ViaSalaria attraverserà il paesaggio ordinario della città diffusa nel fondovalle del Tronto, varcherà le porte di uno dei centri storici più belli d’Europa, Ascoli Piceno, risalirà il corso del fiume fino agli spettacoli naturali del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, farà visita ai centri storici devastati dal recente terremoto: Arquata del Tronto, Accumoli e Amatrice. Scenderà poi verso il versante tirrenico dell’Appennino, visitando Rieti, Poggio Moiano, Passo Corese, fino ad arrivare a Roma”.
“Ogni tappa – prosegue il futuro architetto - sarà un punto di partenza e di arrivo. Passo dopo passo, gli incontri e le esperienze vissute lungo il cammino costituiranno un bagaglio culturale che verrà condiviso attraverso una piattaforma online, i cui contenuti contribuiranno ad attivare una riflessione permanente sulla Via Salaria e a offrire stimoli alla ricerca in campo urbanistico”.
“ViaSalaria – racconta Luca Lazzarini – nasce come esperienza di formazione nata dagli studenti e rivolta agli studenti. Porterà un gruppo di 22 ragazzi di varie università italiane, soprattutto del Politecnico di Torino ma anche da Milano, Camerino, Pescara e Venezia, a camminare lungo la via Salaria per 16 notti e 17 giorni facendo una serie di tappe lungo il percorso. In ogni tappa puntiamo ad attivare un tavolo e una discussione sui temi che ci stanno a cuore, soprattutto il post terremoto. Durante quelle soste incontreremo una serie di ricercatori ed esperti locali che stanno lavorando sul post terremoto ma anche come volontari nella gestione dei campi temporanei. Ci interfacceremo anche con altri territori e tematiche diverse dai luoghi del sisma: ad Ascoli discuteremo di dismissione industriale, a Spinetoli di città diffusa, quindi della valle del Tronto, mentre a Roma abbiamo deciso di ‘evitare’ la città storica per concentrarci sulla periferia”.
“L’obiettivo – sottolinea Lazzarini - è proporre un’esperienza di formazione diversa da quelle puramente accademiche. E’ una iniziativa per la quale gli studenti che partecipano riceveranno crediti, un’attività universitaria a tutti gli effetti. Quello del cammino è un modo per ragionare, in questo caso crediamo sia utile uscire dalle aule e toccare con mano la realtà, anche se sarà dura: abbiamo un ritmo serrato di chilometri al giorno, dai 15 ai 30, ma sarà un’esperienza che crediamo ci possa dare tanto”. Nel corso del tragitto, il gruppo di universitari alloggerà con tende proprie in aree campeggio o campi sportivi concessi dalle amministrazioni locali, o in ostelli, scelti per economicità. Pasti e bevande saranno finanziati grazie a una cassa comune che verrà raccolta su base settimanale dagli organizzatori. “Il nostro è un progetto indipendente ed autofinanziato – conclude Luca Lazzarini -: il politecnico di Torino e il dipartimento che ci ha dato supporto nell’organizzare il viaggio ci hanno lasciato ampia libertà organizzativa: abbiamo deciso noi chi incontrare, dove fermarci e quali aspetti approfondire, in tutta autonomia”. (Teresa Valiani)