"In strada ragazze giovanissime": a Trapani la prima unità di strada antitratta
PALERMO - Assistere e sostenere le ragazze straniere che ogni giorno sono costrette a vendere il proprio corpo per la strada cercando di capire quali soluzioni mettere in campo per farle uscire dal tunnel del mercato del sesso. E' questo l'obiettivo della prima unità di strada antitratta del trapanese promossa dalla Caritas diocesana di Mazara del Vallo e guidata da suor Luisa Bonforte dell'ordine della carità della Santa Bartolomea Capitanio.Il gruppo composto da 7 persone, 4 donne e 3 uomini, esce una volta alla settimana. A loro si unisce qualche volta anche il sacerdote della chiesa di S. Lucia di Castelvetrano.
L'idea di costituire questa unità di strada è venuta dopo che, lo scorso aprile, si era svolto un convegno diocesano di sensibilizzazione sulla situazione dello sfruttamento delle donne trafficate in strada. Successivamente la Caritas ha poi organizzato presso la chiesa di S.Lucia un corso di formazione per volontari interessati a fare parte di questo primo gruppo antitratta.
Secondo una prima osservazione sul fenomeno che caratterizza il territorio trapanese: una ventina di ragazze nigeriane sarebbero distribuite a gruppi di due nella zona di Castelvetrano mentre in provincia di Marsala oltre alle nigeriane ci sarebbero anche alcune giovanissime ragazze originarie dell'est Europa. A breve la Caritas dovrebbe organizzare un secondo corso di formazione per accogliere nuovi volontari che possano alternarsi al primo gruppo dell'unità di strada.
"Abbiamo iniziato ad attivarci dal mese di giugno - dice suor Luisa Bonforte - dopo avere verificato che parecchie sono le ragazze giovanissime costrette a stare sulla strada nel territorio di Castelvetrano. Siamo soltanto nella fase iniziale che ci sta portando a capire come meglio possiamo affrontare questo problema. Cerchiamo di offrire loro una relazione personale e uno spazio significativo di incontro e di preghiera se lo desiderano. Sappiamo che alcune di loro abitano nel paese e con grande prudenza stiamo cercando di capire come possiamo migliorare l'approccio con loro. Per questo è importante fare anche un lavoro di rete e di confronto anche con l'esperienza che già esiste da parecchio tempo a Palermo".
"Abbiamo avvisato di questo nostro servizio le forze dell'ordine e speriamo nel tempo di aprire un confronto anche con le istituzioni per capire le strade migliori da seguire per aiutare queste donne. Alcune ragazze vengono da Palermo dove sembra che il territorio sia già tutto occupato. Ogni settimana ci fermiamo con loro - continua suor Luisa Bonforte - offrendo solo un poco d’acqua, un piccolo e costante segno della nostra vicinanza. Sappiamo che ormai ci aspettano e questo vuol dire che a poco a poco possiamo instaurare una conoscenza più approfondita che ci permetterà di capire in che modo possiamo migliorare il nostro intervento nei loro confronti". (set)