13 aprile 2016 ore: 17:32
Famiglia

A Torino una residenza per i "giovani anziani", per aiutarli a restare autosufficienti

Appena inaugurata nel nuovo polo socio assistenziale dedicato alla terza età, la struttura conta 50 posti letto, metà dei quali ospiteranno anziani in condizioni di fragilità economica o sociale: secondo la direzione, l’obiettivo “è stimolarli a mantenere più a lungo possibile la propria autonomia”

TORINO - Ai più sembrerà un fantasioso ossimoro, ma, nel gergo dei servizi sociali, quando si parla di “giovani anziani” si fa riferimento a una fascia di popolazione ben precisa; ovvero a quei cittadini che, arrivati alla soglia della terza età, sono in genere ancora autosufficienti e gelosi della propria autonomia. Ma proprio a questa fascia anagrafica, che in teoria non dovrebbe presentarsi troppo problematica, il welfare e le pubbliche amministrazioni si trovano sempre più spesso a dover offrire soluzioni: perché, con l’emergere delle nuove povertà e la progressiva disgregazione del tessuto comunitario, non è raro che a 60 anni - pur essendo ancora in grado di badare a se stessi - ci si ritrovi a soffrire di solitudine, problemi economici, emergenza abitativa.

Una possibile risposta ora arriva da Torino, dove il Comune è impegnato in un piano di potenziamento della rete di strutture residenziali per gli anziani: l’ultima in ordine di tempo è stata rimessa a nuovo in via Valgioie 39, alla periferia ovest della città; e, oltre a ospitare un centro diurno per malati di Alzheimer, sarà sede di una residenza socio assistenziale innovativa, in cui  metà dei posti letto saranno dedicati proprio ai “nuovi anziani” venuti a trovarsi in difficoltà.

Si chiama, semplicemente, “Valgioie” e a gestirla sarà la cooperativa sociale “Punto service”, che nei locali ristrutturati dal Comune sta cercando “di mettere a punto un social housing sperimentale”, come spiega Andrea Spampati, responsabile regionale dell’ente. “La vera novità, rispetto al passato, è che si tratta di una struttura ibrida” continua. “Vale a dire che, su 50 posti  letto, 26 saranno destinati ad anziani non autosufficienti, cui verranno offerti i servizi comunemente richiesti nelle residenze socio-assistenziali. I restanti, invece, saranno occupati da utenti ancora autonomi, che verranno stimolati e messi in condizioni di continuare a badare a se stessi:  potranno uscire a fare la spesa, fare il bucato nel nostro vano lavanderia e frequentare una serie di laboratori e attività ricreative, grazie alla presenza degli operatori di una serie di associazioni che stanno collaborando con noi”.

Al momento, nei locali di via Valgioie sono già attivi corsi di shatzu, informatica, ginnastica e teatro terapia. Gli ospiti della struttura, inoltre, hanno la possibilità di frequentare corsi di giardinaggio e cura dell’orto organizzati dal giardino “Tolli”, adiacente alla struttura; e almeno una volta alla settimana, secondo Spampati, “possono uscire per sbrigare commissioni o andare a socializzare all’esterno”.  Alla residenza, per ora, si sono rivolti soprattutto anziani in condizioni di fragilità economica e abitativa: “a chi ha una pensione molto bassa - continua Spampati - chiediamo un contributo minimo, che viene integrato, per la parte restante, dal welfare comunale. Siamo inoltre attrezzati per offrire un alloggio temporaneo agli anziani in emergenza abitativa: il tempo di permanenza, in questo caso, è di due settimane; dopo le quali, se l’ospite non ha trovato una sistemazione alternativa, si valuta con i servizi sociali la possibilità di un inserimento stabile nella residenza”.

Dei 26 posti rimanenti, inoltre, 13 saranno assegnati “a quella fetta d’utenza che non è ancora in condizioni di non autosufficienza - conclude Spampati - ma che inizia ad aver bisogno di un monitoraggio costante; del quale si occuperà un gruppo di operatori socio sanitari presenti 24 ore al giorno”. (ams)

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