24 aprile 2014 ore: 16:26
Famiglia

Aibi: "Crollano le adozioni internazionali e la commissione resta inerte"

L'associazione Amici dei bambini preoccupata per il dato di marzo 2014: -47% di minori adottati rispetto allo stesso mese del 2013. "Quali ricette sono state studiate per far fronte alla peggiore crisi che si sia mai verificata?"
Adozioni internazionali in Africa

Roma – “Se il 2013 è stato un anno di grave crisi per le adozioni internazionali, i primi tre mesi del 2014 stanno trasformando la crisi in incubo”. E’ quanto si legge in una nota dell’Aibi.

“Durante lo scorso anno – prosegue la nota - , si è registrato infatti un calo del 9,1% nel numero dei minori adottati, che segue il crollo del 2012 (-22,8%). Dal 2010, anno in cui si è avuto il picco con 4.130 minori adottati, è iniziato un trend negativo costante e progressivo, che ha portato, appunto, ai 2.825 bambini del 2013: ben 1.350 in meno, per una flessione complessiva di quasi il 32% in 4 anni. Più nello specifico, i numeri dicono che da gennaio a dicembre 2013 sono stati autorizzati all’ingresso in Italia 2.825 minori, provenienti da 56 Paesi, 281 in meno rispetto al 2012 (-9,1%). Dati che impallidiscono di fronte ai numeri dei primi tre mesi del 2014, raffrontati a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente: si è registrata una variazione negativa del 24,3%  per quanto riguarda le coppie adottive (- 125 coppie), mentre i minori autorizzati all'ingresso sono calati del 25% (- 159minori). Ma è marzo il mese del tracollo: nel 2014 gli ingressi in Italia di minori adottati sono diminuiti del 47% rispetto allo stesso mese del 2013, con un -43% delle coppie adottive”.

“In questo panorama dalle tinte fosche, quali sono le strategie che sta adottando la Commissione per le Adozioni Internazionali (Cai)? Quali ricette sono state studiate per far fronte alla peggiore crisi delle adozioni internazionali che si sia mai verificata? A giudicare dai fatti osservati fino a oggi, silenzio e inerzia. Segnali che non fanno presagire nulla di buono. Dopo anni di latitanza politica della Cai, una luce di speranza si era accesa con l’avvento del governo Renzi. Ma resta un sorriso amaro quello che sovviene pensando agli entusiasmi destati dall’avvento alla presidenza della Cai dell’attuale Premier, che aveva deciso di mantenere in capo alla Presidenza del Consiglio la delega alle adozioni internazionali”.

Un’inerzia che si è manifestata anche in tema di accordi bilaterali sull’adozione internazionale. Gli accordi bilaterali rappresentano un importante strumento per favorire, attraverso la cooperazione tra gli Stati, l’azione degli enti autorizzati. L’Italia, al momento, ha in essere accordi bilaterali con cinque Paesi: Perù, Bolivia, Slovacchia, Vietnam e Russia. L’accordo con la Cambogia, firmato dal senatore Carlo Giovanardi il 26 luglio 2011, è scaduto il 26 luglio dello scorso anno. In un contesto che vede l’Italia protagonista di un numero limitato di accordi bilaterali, perdere quello con lo stato cambogiano, sarebbe una sconfitta che potrebbe influire negativamente sull’accreditamento locale degli enti.

L’Icaa (Autorità centrale cambogiana) ha sondato ripetutamente la volontà della nostra Commissione Adozioni Internazionali di rinnovare l’accordo. Più volte gli enti italiani autorizzati per le adozioni internazionali in Cambogia hanno sollecitato la Cai a rispondere circa la volontà di impegnarsi per rinnovare l’accordo bilaterale con il governo cambogiano. Il 14 marzo 2014 alcuni enti autorizzati hanno inviato alla Commissione per le Adozioni Internazionali la richiesta di un incontro di confronto per poter procedere al rinnovo dell’accordo. Ma la Cai, purtroppo, tace. A  questo punto sorge spontanea una domanda al primo ministro italiano Matteo Renzi: “Perché mantenere la delega all’adozione internazionale, si è deciso di non occuparsene?”. Viene il sospetto che quella governativa sia stata una soluzione per traccheggiare, in assenza di opzioni serie sulla presidenza Cai. Le elezioni europee sono alle porte. L’auspicio è che dopo le scadenze elettorali il capo del Governo torni a dedicarsi agli impegni che ha assunto in prima persona. 

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