8 ottobre 2013 ore: 11:18
Famiglia

Akilimali, il baby-reporter "voce" dei bambini del Congo

Ha appena 15 anni e conduce un programma sull'infanzia da un'emittente del Nord Kivu, regione devastata da venti anni di guerra civile. Parla di ragazzi di strada, baby-prostitute, bambini soldato. A rischio della vita
©Marco Gualazzini/ LUZphoto Akilimali e radio Comico Fm - per articolo

ROMA – A Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, c’è una radio che trasmette da una casetta coperta di lamiera costruita sul tetto di una pompa di benzina. Una radio povera ma che raggiunge oltre 30 mila ascoltatori. Da qui, ogni giovedì, parla Akilimali Saleh, un reporter di appena 15 anni, che  con coraggio e passione è diventato la voce dei bambini di una regione devastata da 20 anni di guerra civile, il Nord Kivu. La sua storia è raccontata da un articolo di Daniele Bellocchio pubblicato nel numero di settembre-ottobre della rivista Africa.

L’emittente si chiama “Radio Comico Fm”, un acronimo che sta per Radio Communité Islamique du Congo. Akilimali ha a disposizione 30 minuti per il suo programma “Paroles sur les enfants”, per parlare di diritti, per raccontare storie raccolte sulla strada, per dare consigli e lanciare appelli. Nella regione le continue lotte hanno provocato un esacerbarsi della presenza dei maybobo, i bambini di strada; delle baby-prostitute, dei ragazzi soldato, dell’abbandono dei minori. Tutti questi argomenti sono al centro della diretta insieme agli aggiornamenti su quanto accade quotidianamente nella città. 

Un lavoro che nasce dalla passione, dalla consapevolezza dell’importanza di raccontare storie per cambiare le cose ma che espone il “baby-reporter” a gravi rischi. “Chi parla ai nostri microfoni rischia la vita – dice il direttore della radio, Saint Janvier Halirwam: - in un luogo dove non c’è giustizia, la verità è solo una questione scomoda”. Per questo  i genitori di Akilimali hanno cercato di dissuaderlo, ma lui ha continuato di nascosto. Da quel momento la vita del giovane reporter si è divisa quotidianamente tra scuola, famiglia, moschea e inchieste sul campo.

“E così, - si legge nell’articolo - se da una parte proseguono i combattimenti tra i ribelli del generale Makenga e i governativi, i colloqui di pace falliscono e nuove ondate di morte e violenza si palesano all’orizzonte, dall’altra c’è chi tiene viva la speranza del domani”. Per il direttore Halirwam, Akilimali è “il volto felice di una regione martoriata.” 

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