Cambiamenti climatici aggravano lo sfruttamento del lavoro dei bimbi
Roma - Oltre mezzo miliardo di bambini vivono in aree colpite da continue inondazioni e quasi 160 milioni di bambini vivono in zone che soffrono di siccita' elevata o estrema. La loro sopravvivenza e qualita' di vita risentono pesantemente delle condizioni climatiche, che spesso li spingono a lavorare, per far fronte all'impoverimento della famiglia, e a migrare. Il nuovo rapporto di 'Terre des Hommes' intitolato 'The neglected link - effects of climate change and environmental degradation on child labour' (cioe' 'Il legame dimenticato - effetti dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale sul lavoro minorile') illustra come i problemi ambientali abbiano un impatto diretto sul lavoro minorile, sia per la spinta iniziale a intraprenderlo, anche attraverso la migrazione, sia per il tipo di lavoro intrapreso, oltre che sulle condizioni di lavoro, l'esposizione a sostanze tossiche pericolose e i rischi di sfruttamento.
"Se si vuole eliminare il lavoro minorile- dice Raffaele K. Salinari, presidente di 'Terre des Hommes Italia'- e' necessario tenere in considerazione le conseguenze dei cambi climatici e integrare nelle politiche di protezione dell'ambiente i diritti dell'infanzia". Lo studio diffuso oggi da 'Terre des Hommes' e' uno dei primi rapporti al mondo che affronta la questione di come il degrado ambientale e i cambiamenti climatici amplifichino la vulnerabilita' dei bambini allo sfruttamento lavorativo. Anche se esistono dei dati ufficiali sul lavoro minorile, questi non sono sufficienti per comprendere tutte le cause e le dinamiche che stanno alla base del fenomeno, che attualmente costringe oltre 83 milioni di bambini in tutto il mondo a rischiare la propria incolumita' fisica ogni giorno e li condanna a un futuro di poverta' ed esclusione sociale.
L'Organizzazione mondiale della Sanita', intanto, stima che il 26% dei 6,6 milioni di decessi annuali di bambini sotto i cinque anni siano collegati a condizioni e cause connesse all'ambiente. L'inquinamento e il degrado ambientale hanno gravi conseguenze sui bambini, non solo in termini di tassi di mortalita', ma anche per il loro sviluppo cognitivo e fisico[3]. Lo studio di 'Terre des Hommes' riporta cinque casi studio sul lavoro minorile in 5 Paesi particolarmente soggetti afenomeni climatici estremi: Burkina Faso (al 60esimo posto su 180 nel Global Climate Risk Index per il 2015), India (quarto posto), Nepal (42esimo posto), Nicaragua (24esimo) e Peru' (32esimo).
Nel Burkina Faso, spiega il Rapporto, i cambiamenti climatici "nella regione del Sahel portano a modelli meteorologici imprevedibili e a un impoverimento del suolo, che costringe le famiglie a cercare fonti alternative di reddito. Pessime condizioni di vita, scarsa qualita' dell'istruzione e mancanza di opportunita' di lavoro dignitose per giovani e adulti, nonche' il rialzo delle quotazioni dell'oro sono la causa dello sfruttamento dei minori nelle miniere d'oro, con condizioni di lavoro durissime e l'utilizzo di sostanze altamente inquinanti e pericolose per la salute come ilmercurio".
Nel 2011 fonti governative stimavano in 20mila i minori che lavoravano nei siti auriferi del Paese, ma da allora il numero e' almeno raddoppiato. "Il caso dell'India- fa sapere 'Terre des Hommes'- mostra che soprattutto i bambini migranti sono sempre piu' costretti a forme di lavoro pericolose perche' le lorofamiglie fuggono da zone sottoposte a un forte stress ambientale. Nello stato di Odhisa, a causa dei cambiamenti climatici, la durata della migrazione stagionale si e' estesa da tre a sei mesi, il che nega l'accesso dei bambini a un'istruzione di qualita'. Nel 2011 in quella zona lavoravano 92.000 bambini, come braccianti, operai non specializzati nelle cave e nelle fabbriche di cemento e di mattoni".
L'esempio del Nepal illustra invece come i cambiamenti piu' lenti, come quelli che si verificano nella periodicita' e quantita' delle precipitazioni, minacciano in particolare coloro che dipendono completamente dal lavoro agricolo, costringendo i bambini a cercare fonti di reddito alternative per aiutare le loro famiglie. "Gli eventi estremi, come il terremoto del 2015- fa asapere ancora il Rapporto di 'Terre des Hommes'- hanno un impatto drammatico sulle possibilita' di sopravvivenza della popolazione piu' povera. La migrazione stagionale e' una strategia di adattamento per molte famiglie in quanto riduce la loro dipendenza dall'agricoltura. I forni di mattoni danno alle famiglie lavoro stagionale e il lavoro minorile spesso e' necessario per pagare i prestiti contratti per iniziare questa attivita'".
"Contrariamente agli altri esempi riportati in questo rapporto, il caso del Nicaragua mostra come "il degrado ambientale porti a nuove forme di lavoro sia per gli adulti sia per i bambini. Con il calo della produttivita' agricola determinato dai cambiamenti climatici e dalla frequenza di eventi meteorologici estremi, le famiglie iniziano a emigrare, stagionalmente o in modo permanente, verso le aree urbane in cerca di migliori prospettive di vita. Le enormi discariche costituiscono un'opportunita' di reddito, trattandosi di un lavoro che puo' essere intrapreso facilmente, pur ponendo gravi rischi per la salute. Allo stesso tempo,coloro che raccolgono i rifiuti in un certo senso rappresentano una soluzione ai problemi ambientalie vedono il proprio lavoro come un contributo per un ambiente piu' pulito e sano".
Il Perú e' un esempio che illustra bene gli effetti del cambiamento del clima globale sul settore agricolo. I piccoli agricoltori locali non sono attrezzati per reagire alle perdite di reddito causate dai cambiamenti climatici, per questo finiscono per passare a strategie di adattamento come lamigrazione verso le aree urbane e il ricorso al lavoro minorile. "Questo fenomeno e' molto diffuso- dice il Rapporto- in media il 50% dei minori dai 14 ai 17 anni lavora, nelle aree rurali l'80% e nelle citta' il 32%. Nelle Ande e in Amazzonia il 68% degli adolescenti lavora nell'agricoltura". L'enorme espansione delle aree metropolitane ha fatto schizzare la richiesta di mattoni, alla cui fabbricazione artigianale lavorano decine di migliaia di famiglie, bambini compresi.
A chiusura, lo studio di 'Terre des Hommes' da' infine una serie di raccomandazioni alla comunita' internazionale e ai governi locali: "I bambini devono essere al centro delle strategie internazionali e nazionali per la mitigazione dei cambiamenti climatici, e beneficiare di parte dei fondi ad esse destinati. Le politiche internazionali per sradicare le peggiori forme di lavoro minorile devonoincludere i fattori ambientali come cause potenziali dello sfruttamento dei bambini. Sono necessarie indagini piu' approfondite sullarelazione tra i cambi climatici e il lavoro minorile, con programmi di prevenzione piu' incisivi e maggiori collegamenti tra chi si occupa delle politiche ambientali e chi si occupa dei diritti dei bambini.
Le politiche sia nazionali che internazionali devono tenere in particolare considerazione lavulnerabilita' dei minori migranti, offrendo loro accesso a un'istruzione di qualita' e quindi a prospettive di lungo termine per non costringerli a un lavoro precoce- conclude- che ne segni l'esclusione sociale". (DIRE)