Casarcobaleno, a Torino le associazioni Lgbt (e non solo) sotto lo stesso tetto
- TORINO - Centocinquanta metri quadri per 14 associazioni. Che dalla scorsa settimana hanno ufficialmente unito le forze, canalizzandole verso una progettualità espansa, più grande della somma dei singoli attori. Si chiama Casarcobaleno, ed è uno spazo appena ristrutturato, con ingresso e finestre direttamente affacciati su via Bernardino Lanino, nel cuore multietnico del quartiere torinese di Porta Palazzo. Inizialmente avrebbe dovuto ospitare la nuova sede dell’Arcigay, ma quasi subito il progetto è evoluto verso qualcosa di molto più ambizioso: la realizzazione di un polo multiservizi per la cittadinanza Lgbt. Un centro culturale e interassociativo che ospiterà le iniziative delle principali realtà dell’universo Lgbt (ma non soltanto) del capoluogo sabaudo.
“Quello che abbiamo in mente - spiega Marco Alessandro Giusta, presidente Arcigay Torino - non è un coordinamento di associazioni, qualcosa che esisteva già da tempo con il Torino Pride. Casarcobaleno è piuttosto un progetto, aperto a tutte le realtà che vorranno portare qui volontari e servizi, mettendoli in rete nell’ottica di un sapere condiviso”.
Al momento, sono cinque le iniziative già presenti all’interno della struttura: uno sportello di ascolto e accoglienza, un gruppo di auto aiuto per i genitori Lgbt che abbiano avuto figli da precedenti relazioni etero, un altro per genitori di ragazzi Lgbt e due appuntamenti letterari. Ma i progetti in cantiere sono molti altri: tra questi, spiega Giusta, “dal momento che a Torino mancano ancora del tutto bar e locali dedicati alla comunità Lgbt, c’è l’inaugurazione di una serie di serate, con l’ingresso aperto a tutti gli iscritti Arci e gli incassi che vadano a sostenere le attività delle associazioni di Casarcobaleno”.
Secondo Giusta, l’idea di unire sotto uno stesso tetto le associazioni del mondo Lgbt torinese risale al 2009, “quando la sede locale dell’Arcigay - spiega - si trovava ancora all’interno del Torino Youth center. Il progetto ha iniziato a prender forma nel 2012, quando abbiamo gestito per un anno un pub rivolto alla comunità gay; forti di quell’esperienza, nel momento in cui ci siamo trovati di fronte alla necessità di cercare una nuova sede, abbiamo deciso di utilizzarla per realizzare quella che oggi è Casarcobaleno”.
La struttura è stata concessa dal comune di Torino, che per assegnarla aveva indetto due anni fa un bando pubblico: 6 dei 25 mila euro necessari alla ristrutturazione sono arrivati invece da donazioni dirette o erogate tramite la piattaforma di crowdfunding “produzioni dal basso”. Ma nelle intenzioni degli stessi promotori, Casarcobaleno non ospiterà le sole istanze del mondo omosessuale di Torino; delle quattordici realtà attualmente presenti nella struttura, soltanto 10 sono riconducibili all’ambito della cultura e dei diritti Lgbt: tra queste, oltre all’Arcigay, al Quore e alla Rete genitori rainbow, c’è l’associazione Polis aperta, che dal 2005 riunisce operatori delle forze dell’ordine accomunati dall’orientamento omosessuale. Tra le altre quattro figura anche il Cogen, coordinamento dei genitori di asili nido e scuole materne, elementari e medie di Torino.
Per informazioni: www.casaarcobaleno.eu - www.facebook.com/casarcobaleno (ams)